Crisi: provincia di Modena, aumenta lavoro nero
I controlli effettuati nei primi mesi
del 2009 dalla Direzione provinciale del lavoro, dalla Guardia
di Finanza, dall’Inail e dall’Inps hanno evidenziato “una
tendenza all’aumento delle situazioni di irregolarita’, cosi’
come un preoccupante ricorso delle aziende modenesi al lavoro
nero”. Lo sottolinea l’assessore provinciale al Lavoro della
provincia di Modena Gianni Cavicchioli in occasione
dell’illustrazione dei dati alla commissione provinciale per
l’emersione del lavoro irregolare di cui fanno parte sindacati,
associazioni di categoria ed organi di controllo. Sono 268 le
aziende modenesi irregolari sulle 369 ispezionate dalla
Direzione provinciale del lavoro nei primi tre mesi del 2009,
con ben 564 lavoratori irregolari e 123 totalmente in nero.
Nello stesso periodo del 2008 le aziende irregolari accertate
erano state 123 con 290 lavoratori irregolari e 129 totalmente
in nero. Nel primo trimestre 2009 sono state irrogate sanzioni
per quasi un milione di euro (934 mila) e recuperati contributi
e premi per 385 mila euro. Risultati altrettanto preoccupanti
hanno dato i 62 controlli della Guardia di Finanza nei primi
quattro mesi dell’anno: 27 aziende, il 44 per cento, sono
risultate irregolari con 42 lavoratori in nero, 19 dei quali
stranieri (due erano anche clandestini). Nel 2008 le aziende
irregolari erano risultate il 41 per cento (33 in 80 controlli)
con 112 lavoratori in nero. Dai 370 controlli dell’Inps sul
periodo gennaio – aprile 2009 sono emerse irregolarita’ per 337
soggetti (il 91 per cento) con 45 tra aziende in nero e
autonomi non iscritti. I lavoratori in nero sono stati
complessivamente 106. Gli importi accertati per le omissioni
sfiorano i quattro milioni di euro (tre milioni e 727 mila
euro). Nello stesso periodo i controlli dell’Inail hanno
riguardato 104 aziende, in 81 delle quali sono state accertate
irregolarita’. Le percentuali piu’ alte riguardano le aziende
fino a 15 dipendenti (80 per cento irregolari: 57 sulle 71
controllate) e quelle tra i 16 e i 50 dipendenti (79 per cento:
15 sulle 19 controllate). Nel corso della discussione che si e’
svolta nell’ambito della commissione provinciale per
l’emersione del lavoro irregolare sono stati approfonditi anche
altri aspetti legati alla situazione di crisi economica, come
l’apertura di numerose partite Iva su attivita’ individuali,
che spesso nascondono rapporti di lavoro dipendenti, il
proliferare di part-time poco credibili nel contesto lavorativo
in cui si collocano, rapporti di lavoro poco chiari in diverse
attivita’ di appalto e di lavori per conto terzi che rendono
sempre piu’ necessaria l’analisi della filiera di committenza e
l’applicazione della responsabilita’ solidale.
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