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Il passato che ritorna

Di Tiziana Barillà il . Interviste e persone

Il Ddl Sicurezza è senz’altro il manifesto del nuovo atteggiamento del Governo rispetto alle politiche sui migranti e intanto in diverse parti d’Italia alcuni Sindaci assumono atteggiamenti di esclusione nei confronti degli stranieri regolari e non. Intanto, alla data dell’11 maggio sono giunti in Libia, tra Twescha, a 35 chilometri da Tripoli e nel la stessa Capitale, ben 389 migranti e in questi giorni circa 70 hanno lanciato l’SOS da un barcone e si aggiungeranno, con ogni probabilità, all’elenco della vergogna. Abbiamo chiesto a Moni Ovadia, artista e compositore, nonché uno dei più prestigiosi e popolari uomini di cultura della scena italiana, se ritiene inevitabile questa deriva xenofoba.

Sulle politiche d’immigrazione, il Capo del Governo afferma che “La sinistra era ed è quella di un’Italia multietnica: la nostra idea non è così” e poi dichiara “noi siamo contro la xenofobia”. Ma l’Italia non è già un Paese Multietnico?

L’Italia è guidata da un governo reazionario e populista che mira a seminare panico e demagogia, che segue le logiche della vecchia dittatura reazionaria, quelle che mirano non a governare ma a dominare senza controlli. Emana le leggi razziali di chi comanda senza Parlamento. È una vecchia storia che puzza di marcio. La xenofobia è una logica che si ripete, il loro atteggiamento è comprensibile perché questi esponenti di governo vengono dal fascismo. Finché ci saranno loro sarà inevitabile. Anche Fini l’ha capito che se si vuole garantire il futuro bisogna prendere le distanze da loro. Ma non è inevitabile, quando finirà l’ubriacatura di quest’epoca verranno inghiottiti dalla spazzatura della storia. Il panorama di oggi lo vedo malaccio. Ma sono un uomo lungimirante, essendo di cultura ebraica posso vedere indietro anche di 4000 anni e sono sicuro che di Berlusconi non rimarrà nulla. È solo un ego ipertrofico con il parrucchino.

Loro sono il passato che ritorna e ci riescono perché si trovano davanti un’opposizione pavida. Senza Berlusconi il centro destra non rimarrebbe al governo nemmeno un giorno in più, perché è legato ad un uomo, oltretutto privo di cultura. Quanto sta accadendo con i respingimenti è un atto indecente di malvagità mentale. Chi respinge è prima di tutto un uomo che non ha sentimenti di umanità.

Abbiamo visto diverse reazioni negli ultimi giorni. L’Onu, la CEI, il mondo delle associazioni e lo stesso Fini ha preso le distanze dalla linea leghista del Presidente del Consiglio. Anche l’opposizione si è lanciata in un fiume di dichiarazioni, inneggiando al razzismo ed inveendo contro questo Governo. Bastano queste reazioni per fare un’opposizione?

Le reazioni non bastano a fare una vera opposizione, bisogna prepararsi alle elezioni con lo spirito di costruire una vera alternativa attraverso un’opposizione ferma. Deve vincere la logica per cui bisogna curare il sintomo per prevenire la malattia. Bisogna criticare quelli che dialogano con questi metodi di governo, è necessaria un’opposizione senza quartiere in ogni momento. Finché questo governo non verrà cacciato saremo costretti ad aspettare che arrivi la loro sconfitta epocale. La speranza è Barack Obama. Noi siamo in controtendenza e andiamo verso la vergogna. I nostri politici dovrebbero essere determinati e dire basta alla retorica e al politichese per dire le cose come stanno e cioè che siamo governati da gente malvagia.

Bene, il disegno politico di governo è fin troppo chiaro. Ma gli italiani, per come li hai conosciuti tu, sono consapevoli di vivere in un paese multietnico? Come trovi gli italiani?

C’è una vasta parte di italiani che non conosce la cultura istituzionale del paese. Se la gente fosse colta e preparata non avrebbe mai scelto Berlusconi. Al tempo del governo D’Alema, quando chiesi a un mio amico quali fossero le azioni di governo che non lo convincevano, mi rispose che non sopportava i suoi baffetti. È questa la cultura politica degli italiani in questa fase, perché nessuno ha provveduto alla loro educazione istituzionale. Uno Stato dovrebbe obbligare la gente a diventare cittadini, in Italia c’è un vizio di forma della democrazia: il voto è uguale, segreto e libero ma non è consapevole. Sarebbe fondamentale un rilancio dell’educazione e della scuola pubblica, la materia più importante dovrebbe essere lo studio della Costituzione e della Carta dei Diritti Universali dell’Uomo. Se tu educhi, ne seguirà che chi ha studiato avrà nelle fibre la Costituzione e il Diritto Universale e nessuno potrà raccontargli quello che oggi ci racconta Berlusconi. Altrimenti lo Stato, se non educa, distribuisce appalti, corruzione e tangenti.

C’è quindi un problema dell’Informazione nel nostro Paese?

Se parliamo delle responsabilità dell’informazione dobbiamo pensare che viviamo in un paese in cui c’è un solo editore di riferimento, e chi non lavora per quell’editore pensa che lo farà molto presto. A queste condizioni i coraggiosi si riducono enormemente perché la gente ha famiglia e ha bisogno di lavorare. In un paese anglosassone le cose andrebbero di sicuro diversamente e questa situazione non avrebbe lunga vita. Basterebbe che tutte le televisioni trasmettessero in prima serata, ogni sera, informazione sulle leggi nazionali e internazionali. Che svolgessero un ruolo di formazione e informazione sui nostri valori etici, politici e sociali di riferimento.

La scena odierna lascia indubbiamente disorientati. Moni Ovadia, se incontrasse oggi “la ragazza dalle guance di pesca e d’aurora”, cosa si sentirebbe di dirle, cosa c’è oggi “Oltre il Ponte”?

Oltre il ponte c’è un futuro, questo futuro è pieno di luce e la luce va tirata fuori spazzando via le tenebre. Abbiamo conosciuto periodi peggiori come il fascismo e ne siamo comunque venuti fuori.

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