Piana di Gioia Tauro: la ripresa delle armi
Questa mattina un’operazione della Polizia di Stato ha consentito la scoperta di un arsenale e l’arresto di due persone: circa quindici tra kalashnikov, mitragliette Stern, fucili a pompa sono stati trovati, insieme ad esplosivo ad alto potenziale, nascosti in un fondo agricolo ed in ottimo stato.
L’operazione e’ stata condotta dagli investigatori della squadra mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Gioia Tauro. Secondo gli investigatori, il sequestro delle armi potrebbe avere sventato il rischio di una ripresa dello scontro tra le cosche Piromalli e Mole’, una volta alleate ma adesso entrate in conflitto tra loro.
”Un quantitativo significativo di armi e di esplosivo. – sostiene il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone – E’ ovvio pensare che potessero essere utilizzati nell’ambito della continua e strisciante guerra di mafia che esiste nella piana di Gioia Tauro. Sotto questo profilo mi pare estremamente importante l’attività della polizia che ha sottratto alle cosche la disponibilità di questi strumenti di offesa estremamente temibili”. La crescente tensione che da più di un anno si registra nella Piana di Gioia Tauro, ha indotto gli inquirenti a temere una nuova guerra di ‘ndrangheta. Sarebbe possibile, perciò, attribuire il carico di armi alla ‘ndrina facente capo alla famiglia Piromalli, ultimamente in rotta di collisione con quella dei Molé.
Il sodalizio Piromalli-Molè, che dura da oltre cento anni, sembra essere giunto alla sua fine. I segnali sono chiari, da oltre un anno si susseguono delitti, indagini e arresti. Come l’esecuzione di Rocco Molé, con cinque colpi di pistola 9×21 alla testa, il 1 febbraio del 2008; e il successivo attentato con il quale dopo 11 giorni di agonia, il 7 maggio dello scorso anno, morì Nino Princi, attiguo ai Molè, dopo lo scoppio di una bomba sotto la sua automobile.
Quel clamoroso omicidio, venne all’epoca interpretato, dall’attività investigativa, come la “comunicazione” con la quale i Piromalli avevano deciso di rendere nota la scissione.
Anche in occasione degli arresti dello scorso luglio, attraverso il provvedimento firmato dal procuratore Pignatone con il quale viene ricostruita la storia delle due famiglie, si ripresenta l’ipotesi della divisione.
Pare che stia per spezzarsi, dunque, il sodalizio che da oltre cento anni è rimasto in piedi sulla Piana di Gioia Tauro, questa spaccatura, con la conseguente determinazione dei nuovi equilibri, aprirà di certo una nuova stagione criminale in Calabria, e non solo.
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