Democrazia e libertà d’informazione: ripensando l’articolo 21
Che la libertà d’informazione in Italia non godesse di ottima salute era una sensazione piuttosto diffusa. A confermarla è giunto recentemente il rapporto realizzato dall’organizzazione statunitense Freedom House, che ha evidenziato un declino del nostro paese in fatto di libertà dei media, limitata – si legge nel dossier – dalla magistratura e dalle crescenti intimidazioni ai giornalisti a opera della criminalità organizzata e di gruppi di estrema destra e minacciata dalla concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione.
Niente di nuovo, verrebbe da pensare. Quello che stupisce è che in Italia non si percepisca la gravità del fatto che un’informazione non libera è indice di un deterioramento delle istituzioni democratiche. Il rapporto di Freedom House, che fa seguito ad analoghi pronunciamenti in materia sia del Parlamento Europeo che del Consiglio d’Europa, dev’essere dunque l’occasione per riflettere sulla libertà d’informazione quale necessario e irrinunciabile organo della vita democratica del nostro paese, come sancito dalla stessa carta costituzionale. E proprio il richiamo alla Costituzione ha ispirato il dibattito organizzato dal comitato per la librtà e il diritto all’informazione e dall’associazione Articolo 21, che ha visto la partecipazione dei vertci della Federazione della Stampa, del presidente dei costituzionalisti italiani, nonché la relazione conclusiva del presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro.
Inaspettata protagonista dell’assemblea è stata però Stefania Pezzopane. La presidentessa della provincia de L’Aquila è intervenuta per mettere in luce alcuni aspetti della gestione mediatica del terremoto in Abruzzo finora solo sussurrati: “Viviamo in una situazione d’eccezione, in cui l’intero flusso informativo è intermediato dalla grande stampa. Dopo i primi giorni di black-out, mi sono resa conto dei toni trionfalistici con i quali i media descrivevano una realtà che non corrispondeva a quella che effettivamente si vive, strumentalizzando il terremoto a fini di propaganda elettorale.”
Esplicito il riferimento al trattamento riservatole nella puntata di ‘Annozero’ andata in onda pochi giorni dopo il sisma: “Quando ho detto che si sarebbe potuta evitare la tragedia se soltanto gli istituti competenti non avessero liquidato il nostro allarme per le scosse che da tre mesi si susseguivano sul territorio sono stata zittita; evidentemente ci sono delle informazioni che non si vogliono ascoltare. Per questo – ha aggiunto la Pezzopane – sollecito tutti i giornalisti a continuare a seguire l’Abruzzo da vicino, a toccare con mano la tensione che nelle tendopoli cresce di giorno in giorno. È facile raccontare della campanella fatta suonare in una tenda per quindici bambini della scuola materna; più difficile è dire che dalle istituzioni non ci sono arrivati i fondi per riaprire le scuole che non hanno subito se non lievi danni e che a oggi sono chiuse. Non abbandonateci – ha concluso – non lasciate che l’Abruzzo sia soltanto il pretesto per un grande affare.”
Parole pesanti che hanno indubbiamente scosso tanto l’uditorio quanto i relatori, i cui interventi in certo senso impallidiscono di fronte alla denuncia della presidentessa Pezzopane, come ha riconosciuto lo stesso presidente Scalfaro in apertura del suo discorso. Un’analisi lucida e precisa sul senso della libertà d’informazione, incentrata sul richiamo forte, quasi ossessivo, al concetto di verità. “Il fatto è sacro – ha affermato l’ex Capo dello Stato ricordando gli esordi della sua carriera di magistrato – senza verità non esiste possibilità di pacificazione. La testimonianza della presidentessa Pezzopane ha mostrato come il fatto possa essere turbato fino a stravolgerlo. Perciò non basta ricordare l’intramontabilità dei valori: occorre viverli. Quel che più mi fa paura è la mortificazione della verità operata da coloro che si iscrivono al sindacato dei servi, vittime della più invincibile delle vocazioni.” Scalfaro ha quindi chiuso il suo intervento con un’esortazione ai giornalisti presenti: “Combattete con coraggio la battaglia per la verità.” Una verità che, come attestato dal caso del terremoto, ha sempre più bisogno di qualcuno che la difenda.
Trackback dal tuo sito.