L’altra faccia di Gomorra
Si è tenuta ieri nella sede di Fondimpresa la presentazione del libro il Sud che resiste di Pasquale Iorio. Gli interventi della prof.ssa Vittoria Gallina, di Antonio Messia di Fondimpresa, di Alfredo Loso dell’obr campania e di Salvatore Vecchio di Libera hanno animato il dibattito su un libro che si colloca in maniera diversa nel filone della saggistica su Sud e mafie. Le pubblicazioni che recentemente hanno raccontato il mezzogiorno, infatti, hanno fatto luce su realtà sottovalutate, dimenticate, fornendo al resto d’Italia un quadro degli intrighi mafiosi e dando la misura del giro d’affari che coinvolge anche il nord del Paese e l’Europa. Ma quello che questi libri spesso dimenticano di raccontare è che il Sud ha anche un’altra faccia, esiste un’umanità che rappresenta una speranza anche per tutti gli altri, una popolazione attiva e resistente. Pasquale Iorio ha il merito di aver incentrato interamente il suo racconto su queste persone e sulle loro esperienze di resistenza civile e cittadinanza attiva. A partire della storie di alcuni giornalisti coraggiosi come Rosaria Capacchione, Sergio Nazzaro, Gigi di Fiore, il Sud che resiste ci introduce in una realtà fatta di associazioni e movimenti giovanili, di cooperative sociali e di una Chiesa portatrice di un messaggio di pace, ma anche di impegno civile. Iorio diventa così testimone appassionato di vite vissute in nome di una fede sociale in una realtà in cui diventano normali cose che non lo sono e dove il sistema si adatta alle distorsioni. Con l’occhio attento di chi vive in certi territori riporta dei modelli per ricordare soprattutto ai giovani che è possibile vivere in modo diverso. Il libro sottolinea anche come la formazione sia lo strumento principale per la diffusione della cultura della legalità, raccontando dell’iniziativa scuole aperte. Ma in questo caso bisogna puntare non solo sull’educazione dei giovani, anche su quella degli adulti, portando la formazione sui luoghi di lavoro. Un tema che sta molto a cuore all’autore, essendo stato per molti anni nella CGIL Campania responsabile della formazione continua. Rendere consapevoli gli adulti e metterli di fronte alla proprie responsabilità individuali perché diventino un esempio. E Iorio ha voluto ribadire nel suo racconto che questi esempi esistono ed è giusto legittimare il loro lavoro silenzioso. Lo scopo è quello di fare memoria, far si che queste cose vengano raccontate, ripetute e ricordate. Perché come scrive don Luigi Ciotti nella postfazione “… La memoria non è solo omaggio alle vittime, attenzione agli insegnamenti del passato, ma una vera e propria strategia di lotta, un dovere sociale e istituzionale.”
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