Mafia: sequestrati beni a “postini” boss Agrigento latitante
Beni mobili, immobili ed aziende
per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro, sono
stati sequestrati dalla guardia di finanza, che ha eseguito due
distinti provvedimenti emessi dalla Prima sezione penale del
Tribunale di Agrigento. La misura cautelare riguarda il
patrimonio riconducibile ai componenti di una famiglia di
spicco e fiancheggiatori di Cosa Nostra operanti sul territorio
di Realmonte e Porto Empedocle. Destinatari dei provvedimenti
ablativi Calogero Iacono e il padre Giuseppe, ufficialmente
pastori, cosiddetti “Pacchiani” e alcuni loro congiunti, per un
totale di 10 persone. Nel corso dell’operazione, i finanzieri
hanno sottoposto a sequestro dodici appezzamenti di terreno,
quattro fabbricati e tre aziende agricole e di allevamento di
ovi-caprini, con rispettivi locali aziendali, attrezzature,
stalle, ed oltre 300 capi di bestiame. I due Iacono, gia’
arrestati nell’ottobre del 2007 nell’ambito dell’operazione
“Marna”, e tuttora detenuti, sono considerati i “postini” del
boss agrigentino latitante Gerlandino Messina: i due avrebbero
smistato i “pizzini” che Messina scambiava con diversi
affiliati del suo clan. A indicarli come fiancheggiatori del
ricercato, due ex boss oggi pentiti, Maurizio Di Gati e Luigi
Cutrone. Padre e figlio, secondo gli inquirenti, hanno inoltre
custodito numerose armi da guerra, fra cui Kalashnikov, Uzi,
Magnum 357 e calibro 38 con relativo munizionamento.
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