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Roma, danneggiata la stele dedicata a Falcone e Borsellino

Di Valeria Meta il . Lazio

Nella notte fra 1 e 2 maggio
scorsi è stata danneggiata la stele eretta in memoria dei giudici Falcone
e Borsellino nei giardini di piazza Bologna a Roma. Nessuna rivendicazione
è giunta a chiarire le responsabilità del gesto; i vigili urbani,
intervenuti sul luogo insieme a polizia e carabinieri, hanno transennato
il monumento, sul quale non è stata lasciata alcuna scritta. Le indagini
avviate sono pertanto rivolte contro ignoti. A denunciare l’episodio
è stato il consigliere municipale e presidente della Commissione Trasparenza
Giovanni Provenzano (Pdl), che ha invocato un giro di vite sulla vita
notturna di piazza Bologna, con la costruzione di una cancellata a protezione
dei giardini. Immediate e pressoché unanimi le reazioni del mondo politico
capitolino, a cominciare dal sindaco Alemanno: “L’atto di teppismo
con cui è stata danneggiata la stele di Falcone e Borsellino offende
profondamente la città di Roma” ha dichiarato il Primo Cittadino,
assicurando il pronto impegno del Comune per il ripristino del monumento
e auspicando la rapida individuazione dei colpevoli da parte degli inquirenti.
Un invito a non sottovalutare la portata simbolica del gesto è giunto
invece dal Presidente della Regione Marrazzo: “Neanche un gesto insensato
come uno stupido atto vandalico va sottovalutato, in primo luogo per
il rispetto che tutti dobbiamo a due grandi uomini dello Stato come
Falcone e Borsellino; poi perché la criminalità organizzata, anche
qui nel Lazio, è una cosa molto seria, su cui nessuno può permettersi
di scherzare. Le istituzioni – ha agginto Marrazzo – devono dare
segnali inequivocabili di compattezza nella lotta alle mafie e nella
battaglia per la legalità. Per questo la regione Lazio sarà accanto
al Comune di Roma per il ripristino della stele.” Sulla stessa lunghezza
d’onda anche il Presidente della Provincia Zingaretti, che ha indicato
nell’atto vandalico un segnale inquietante e ha ricordato l’avvertimento
di Piero Grasso, secondo cui finché la mafia esiste, è necessario
parlarne, discutere, reagire; perché il silenzio è l’ossigeno grazie
al quale i sistemi criminali si riorganizzano. “Per questo bisogna
fare attenzione – ha aggiunto il numero uno di Palazzo Valentini –
per questo è importante garantire il più rapido ripristino della stele
danneggiata, individuare i responsabili di questa azione vigliacca e
manifestare il nostro sostegno all’impegno contro ogni forma di mafia
e criminalità organizzata.” Il richiamo alla coesione in funzione
della lotta per la legalità situa l’episodio di piazza Bologna al
di fuori del mero vandalismo legato alla ‘movida’ su cui ha puntato
il dito anche il Presidente del III Municipio, ponendolo piuttosto nel
più ampio quanto inquietante orizzonte della presenza mafiosa nella
Capitale. Una presenza sulla quale, dopo quest’ennesimo segnale, è
sempre più difficile chiudere gli occhi.

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