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Centrale a biomasse, arrestato D’Alonzo
Perquisita la casa del sindaco Magliocca

Di Enzo Palmesano il . Campania, Dai territori

Con l’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere sullo scandalo della centrale cosiddetta “a biomasse” della Biopower (nella realtà un inceneritore), crolla uno dei pilastri del magliocchismo, il sistema di potere del discusso sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca (la cui abitazione è stata perquisita dalla Guardia di Finanza), ex capogruppo di An al Consiglio provinciale ed ex consigliere giuridico dell’allora ministro Mario Landolfi; un altro esponente di An, l’attuale vicepresidente provinciale del Pdl, il senatore Gennaro Coronella, è il testimone di nozze di Magliocca.
La magistratura ha emesso 23 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla corruzione di pubblici ufficiali, alla rivelazione di segreti di ufficio e alla realizzazione di falsità in atti pubblici. Tra gli arrestati vi è il vicepresidente del Consiglio comunale di Pignataro Maggiore, Franco D’Alonzo, presidente di quella che è conosciuta come la “squadra del sindaco”, il “Pignataro calcio”. Secondo l’accusa Franco D’Alonzo ha incassato soldi per la squadra in cambio del voto favorevole alla centrale “a biomasse”, nota nell’opinione pubblica locale come la “centrale a bio-Magliocca”.

Arrestati pure gli imprenditori Tommaso e Giovanni Verazzo, padre e figlio, e l’ex assessore provinciale Franco Capobianco, del Pd, molto amico del sindaco Giorgio Magliocca. Si può immaginare quanto sia stata combattiva la presunta opposizione di Magliocca in Consiglio provinciale contro gli amici e gli amici degli amici della Biopower.
Si resta in attesa di ulteriori sviluppi, mentre non si capisce perché finora la prefettura di Caserta, per questa e altre vicende, non abbia nominato una commissione d’accesso a carico dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore per arrivare allo scioglimento del Consiglio comunale.

Vale la pena di ricordare che la “centrale a bio-Magliocca” è stata duramente avversata dalle manifestazioni ambientaliste ed è stata oggetto di numerose denunce del capogruppo di opposizione in Consiglio comunale, Raimondo Cuccaro, del Pd, che ha pure respinto le pressioni del suo collega di partito Franco Capobianco, quest’ultimo un ex comunista che una volta diceva di voler capitanare le masse popolari mentre oggi lo ritroviamo agli arresti per le biomasse impopolari. Molto importanti, soprattutto per quanto riguarda gli sviluppi relativi alle infiltrazioni della camorra, in una città conosciuta come la “Svizzera dei clan”, le inchieste giornalistiche svoltesi sul territorio di Pignataro Maggiore ad opera dei giornalisti Enzo Palmesano, Salvatore Minieri, Carlo Pascarella e Davide De Stavola. Come è noto, circa due anni fa i cronisti Carlo Pascarella e Davide De Stavola, nel corso di un clamoroso e pericoloso blitz per documentare il degrado della villa bunker confiscata al boss Raffaele Ligato, condannato all’ergastolo, trovarono sul posto l’imprenditore della vicina centrale “a biomasse” Tommaso Verazzo a colloquio con Pietro Ligato (figlio di Raffaele Ligato), recentemente arrestato per omicidio.

Nei giorni successivi, Pietro Ligato si recò dalla sorella di Carlo Pascarella, Giovanna Pascarella, e gli disse senza mezzi termini: “Non capisco perché tuo fratello va appresso ad uno come Enzo Palmesano che non sta bene con la testa. Uno di questi giorni vado a casa di Palmesano e gli sparo quattro botte”.
Franco D’Alonzo – con interessi multiformi nella vigilanza privata – è un personaggio ovviamente “centrale” del carrozzone magliocchiano. È stato, infatti, uno degli uomini chiave di Ecoquattro su indicazione di Magliocca e del deputato Mario Landolfi. Pure sull’Ecoquattro si attendono sviluppi, in modo che con l’inchiesta sulla centrale “a biomasse” si possa fare Ecoquattro e quattro otto.

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