NEWS

8.I veleni del petrolchimico

Di Giuseppe Bascietto il . Senza categoria

La sede di
Aria Nuova si compone di due stanzette rintanate in un cortile invisibile
dalla strada. Il presidente Saverio Di Blasi («Saverio, lo levano di
mezzo», senti dire in giro) è il più grande scassaminchia della città.
Scassa la minchia a tutti, all’Enichem e al sindaco, alla Regione
e alla Provincia, convinto, anzi certo, che il petrolchimico avvelena
ogni cosa. Non sta neanche a spiegartelo. Estrae dai numerevoli faldoni
quintali di sentenze, di perizie, di dati di rilevamento ambientale,
cartelle cliniche di ammalati, volantini e articoli di giornali. Mentre
fa fotocopie, entra un contadino che vuole farsi aiutare. Di Blasi estrae
una perizia del ‘94: «Uva bianca in grappoli; gli acini e le foglie
si presentano ricoperti in gran parte di polvere nerastra… impalpabile
untuosa al tatto, costituita da sostanze di natura carboniosa miste
a sostanze di natura siliceo-carbonatica». Un’altra del ‘99: «Le
macchie necrotiche passanti sono state riscontrate un po’ in tutta
la vegetazione… Tali disposizioni provengono quasi sicuramente dal
Petrolchimico di Gela». La capitaneria di porto lo ha bloccato al largo
mentre tentava di prelevare l’acqua davanti allo stabilimento. Da
allora non si può più avvicinare nessuno.

Chiedo dei
bambini malformati. Sono uno su sei di quelli nati negli ultimi 10 anni,
più del doppio della media nazionale. E da brivido è la percentuale
dei neonati microcefali, 10 volte di più che nel resto del paese. Le
spaventose cifre della perizia, depositata alla fine del 2006 agli atti
dell´inchiesta che mira a stabilire le connessioni tra le decine di
morti sospette, le centinaia di malformazioni, l´inquinamento ambientale
e l´attività del petrolchimico, hanno portato allo scoperto una realtà
che a Gela tutti gridano da anni con poca fortuna, se si considera che
il registro dei tumori è stato istituito alla fine del 2005. 
Di Blasi, intanto, produce altre statistiche. Si parla di tumori e lui
fa fotocopie. È presente un tossicologo dell’Università di Catania:
racconta di un uomo che gli ha chiesto preoccupato: «È vero, dottore,
che ho livelli di piombo troppo alti?», come se avere il piombo nel
sangue fosse normale.

Il fatto triste
è che nessuno dei documenti dimostra un nesso causale certo tra danni
alla salute e inquinamento. Tutte le perizie rimandano ad altre più
complete, ancora da fare. Un altro ambientalista si è fatto dare dall’Azienda
sanitaria locale il numero delle esenzioni ticket per patologie tumorali
richieste dal 1996 al 2000. Risultato: 270 nel ’96, 295 l’anno dopo,
320 nel ‘98, 372 nel ’99 e 464 nel 2000, le ultime solo per tumori
maligni. C’è una rete di centraline, ma è inadeguata. Passi davanti
alla casa natale di Salvatore Aldisio, il leader storico della Dc di
Gela. Cade a pezzi. Entri in contrada San Giacomo, ad altissima concentrazione
mafiosa. Vedi case senza intonaco e senza finestre, tirate su e abbandonate,
in attesa di nuovi soldi, un piano sopra l’altro. Tutto è provvisorio,
quasi che il petrolchimico sia stato vissuto come un ospite ingombrante
e sgradito, una presenza di passaggio. Il regista Giuseppe Ferrara(lo
stesso del film Il Banchiere di Dio)che nel ‘63 girò per l’Eni
il documentario Gela antica e nuova, ricorda una terra diversa: «C’era
una cultura contadina molto coesa. Per San Giuseppe, le famiglie benestanti
offrivano cene pantagrueliche a turbe di poveri. C’era grande speranza.
Sono tornato qualche anno fa. Ho trovato una città di traffico e polvere».
Ogni illusione è spenta. L’Enichem forse, tra qualche anno o prima,
verrà chiusa o venduta oppure si stabilirà al di là del canale di
Sicilia a fare da capo come gli pare. La risposta che ti senti dare
da decine di voci, con cento sfumature diverse è: «Lo Stato ci ha
avvelenato, ci ha imbruttito, ci ha umiliato e ora deve pagare». Ti
accorgi che l’inquinamento è davvero l’aria che respiri e l’acqua
che bevi. Tutte cose che penetrano a fondo.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link