Sulle rotte della mafia nigeriana
I recenti arresti tra le fila della mafia nigeriana inducono ad una riflessione sul ruolo di questa organizzazione criminale in Italia e del suo rapporto con la camorra. I nigeriani ponendo la loro base operativa nel casertano sono riusciti, infatti, ad infilarsi in spazi di mercato non occupati dai casalesi, che in quell’area puntano soprattutto su usura ed estorsioni. Mantenendo un basso profilo convivono con i clan locali facendo affari dove questi ultimi non hanno interessi diretti: prostituzione e narcotraffico.
La tolleranza dei casalesi è determinata anche da altri motivi. Molte volte, infatti, le prostitute costituiscono delle vere e proprie “vedette della camorra”. Queste donne hanno un’età media che va tra i 16 e i 30 anni e sono costrette a prostituirsi con minacce e violenze poiché non riescono a pagare l’esoso prezzo del loro trasporto illecito in Europa La riduzione in schiavitù è resa possibile anche dalle credenze religiose. Infatti, la mafia nigeriana “affida” tali ragazze a donne chiamate “madame” che le sottopongono, per costringerle a vendersi, a riti magici “woodoo”, inducendole anche a giurare che non riveleranno alcunché sui loro sfruttatori.
Sul fronte della droga invece i nigeriani sfruttano le preesistenti reti del contrabbando di armi, d’avorio e di pietre preziose. Da quanto si apprende dalla relazione annuale della direzione nazionale antimafia le rotte più battute sono quelle che da Brasile, Colombia, Pakistan e Thailandia, arrivano in Europa e Stati Uniti. Cocaina, eroina, cannabis, droghe di sintesi, tutte sono parte del traffico, anche se le prime tre sono le preferite, sia per i rilevanti ricavi che ne derivano sia per la facilità di approvvigionamento: l’eroina è acquistata direttamente sui mercati asiatici in ingenti quantità e, dopo lo stoccaggio in Nigeria, è trasportata verso i Paesi consumatori via aerea o via mare. La cocaina è importata, sempre mediante contatti diretti con i produttori del Sud – America, in USA ed in Europa con le stesse modalità. I collegamenti sono garantiti da persone appartenenti ad una nutrita comunità nigeriana, regolarmente e stabilmente residente in Sud – America.
Siamo dunque di fronte ad un’organizzazione che ha ramificazioni internazionali e che rispetto ad altre mafie gode di canali privilegiati per l’approvvigionamento della droga. Probabilmente dietro la strage di Castelvolturno c’è proprio la preoccupazione dei casalesi per il crescente potere che il nucleo nigeriano sta acquistando e il tentativo di impedire che il loro spazio cresca ulteriormente.
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