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Nuovo incontro in messico tra Libera e la società civile

Da redazione il . Internazionale

Più di ottomila vittime nel
corso del 2008, i telegiornali che aprono con la notizia dei “morti
del giorno”, la corruzione, l’illegalità e un diffuso senso di impotenza
di fronte a una violenza, quella dei cartelli del narcotraffico, che
sta mettendo in ginocchio vaste zone del Paese. Per la seconda volta
nel giro di pochi mesi le autorità civili e religiose messicane hanno
chiesto a Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie di mettere
a loro disposizione l’esperienza maturata in quindici anni di impegno
in Italia contro il crimine organizzato, la corruzione, l’illegalità.
“Libera” – ha detto don Luigi Ciotti – “di fronte al parlamento
di Città del Messico – ha cercato di convogliare le energie della
società civile responsabile lavorando soprattutto su quattro obiettivi.
L’educazione e l’informazione, con i percorsi nelle scuole di ogni grado
e le collaborazioni con le università. La vicinanza ai familiari delle
vittime delle mafie, perché la memoria diventi impegno per il cambiamento.
L’uso sociale dei beni confiscati per dare lavoro e prospettive diverse
alle persone che vivono nei territori di mafia. Infine la globalizzazione
dell’impegno, risposta necessaria a quella delle organizzazioni criminali,
con la costituzione di una rete internazionale di giovani e cittadini
desiderosi di sporcarsi le mani per affermare diritti e costruire giustizia
sociale. Una risposta – ha concluso don Ciotti oggi impegnato a presentare
i progetti di Libera di fronte all’assemblea dei vescovi della CEM 
(Conferenza Episcopale messicana) messicana – che in modo articolato,
collaborando con le forze dell’ordine, la magistratura, il mondo delle
scuole e del lavoro, vuole rispondere alla violenza dei cartelli e delle
organizzazioni criminali. Una violenza che si manifesta in maniera diretta,
con omicidi, estorsioni, intimidazioni. In modo strutturale attraverso
la corruzione e la infiltrazione nei centri del potere e in modo culturale,
attraverso la diffusione di comportamenti, gesti e codici che trovano
nell’individualismo irresponsabile e nelle varie forme di illegalità
il terreno fertile per la loro riproduzione.”

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