Sicurezza: Grasso, DDL limita poteri procuratore antimafia
“Nel ddl Sicurezza ora all’esame della Camera è stato introdotto un
emendamento che di fatto limita i poteri del procuratore nazionale
antimafia”. A renderlo noto è il Procuratore nazionale antimafia Pietro
Grasso al termine della sua audizione nelle riunioni congiunte delle
commissioni Giustizia e Affari Costituzionali di Montecitorio che
stanno esaminando il provvedimento del governo. Nel codice attuale,
infatti, si prevede che il procuratore nazionale antimafia possa
esercitare le sue funzioni “in relazione ai procedimenti indicati
nell’articolo 51 comma 3 bis”, cioé quelli relativi ai vari reati di
mafia.
Con la modifica introdotta nel ddl, che ora è parte
integrante dell’ articolo 2 del testo (comma 2), questo potere di
controllo e impulso dell’antimafia si riduce drasticamente visto che si
dice che il procuratore potrà sì esercitare le sue funzioni “in
relazione” a tutti i procedimenti indicati dall’articolo 51, comma 3
bis, ma solo se “avviati a seguito della proposta avanzata dai
procuratori distrettuali”.
Insomma, il procuratore antimafia
potrebbe intervenire solo quando la cosa, come dice lo stesso Grasso,
“é già arrivata in Tribunale”. “I poteri di impulso e coordinam+ento
che ci erano stati concessi, con un altro decreto Sicurezza, anche
sulle indagini preliminari – aggiunge – saranno eliminati con questo
emendamento che limita le nostre funzioni”. E “io – spiega – ho chiesto
quindi che venga eliminato”.
“Il nuovo disegno di legge in
materia di sicurezza così come è stato riproposto azzera le funzioni di
impulso e coordinamento che erano state date alla procura nazionale
antimafia nel precedente decreto sulle misure di prevenzione”. Il capo
della direzione nazionale antimafia ha ricordato che “occorre un
coordinamento su richieste e indagini che riguardano le misure di
prevenzione antimafia perché sono tre gli organi che le possono
proporre, e cioé: il direttore della Dia, il Questore e il procuratore
distrettuale.
Per questo motivo occorre un coordinamento per
evitare sovrapposizioni su indagini patrimoniali o interferenze su
indagini personali”. Il procuratore ha così fatto notare alla
Commissione Giustizia che sarebbe “deleterio se la legge passasse così
come è stata proposta”.
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