Hub criminali e il Grande Gioco dei traffici della coca
La Spagna è
sempre più al centro dei traffici internazionali di cocaina. Le organizzazioni
criminali colombiane e quelle europee da tempo hanno scelto la penisola
iberica come approdo per la polvere bianca diretta ai mercati del vecchio
continente. In Spagna i narcos colombiani sono in strettissimo contatto
con la ‘ndrangheta e con la camorra, come dimostra la lunghissima
serie di arresti nei confronti di boss italiani di alto livello. Il
18 gennaio, a Barcellona, la Guardia Civil arresta Salvatore Zazo, reggente
del clan Mazzarella di Napoli. Il 21 gennaio i Ros dei Carabinieri arrestano
41 persone coinvolte in una vasta rete di traffico internazionale di
cocaina diretta a Roma e proveniente dalla Spagna. Tra gli arrestati
Michele Senese, legato al clan Moccia di Afragola. Il 28 gennaio è
la volta di Antonio Caiazzo, boss del Vomero e dell’Arenella, e di
Francesco Simeoli, arrestati a Madrid. (http://www.
Il 26 febbraio la Squadra Mobile di Genova, in collaborazione con l’Agenzia
Tributaria spagnola e i GRECO (Grupo de respeusta especial contra el
crimen organizado) sequestra 5 tonnellate di cocaina all’interno di
un peschereccio al largo delle Canarie. Il carico proveniente dalla
Guinea Bissau era diretto in Spagna, da dove sarebbe stato smistato
verso l’Italia. Il 3 marzo un’operazione dei Ros porta all’arresto
di 13 persone in Friuli Venezia Giulia e 21 in Colombia per una vasta
rete di traffici riguardanti il triangolo Colombia-Spagna-Italia. Il
10 marzo nei pressi di Barcellona viene arrestato Ettore Facchinetti,
affiliato alla ‘ndrangheta calabrese. Lo stesso giorno viene sgominata
una cellula criminale che gestiva l’importazione di cocaina dalla
Colombia via Spagna e diretta alle piazze di Napoli e Roma. Sempre il
10 marzo, nel corso di una vasta operazione coordinata dalla Dda di
Bologna, viene smantellato un sodalizio tra ‘ndranghetisti e casalesi
che trafficava di cocaina dalla Spagna (ma anche da Germania e Olanda)
(http://www.
Da queste analisi
la Spagna si dimostra centrale nello scacchiere dei traffici di cocaina,
così come centrale risulta la stretta interconnessione tra le mafie
a livello globale nella gestione del traffico. Nell’ultimo rapporto
della Direzione Nazionale Antimafia si parla diffusamente di narcotraffico,
e la Spagna viene citata innumerevoli volte. I magistrati della DNA
parlano di internazionalizzazione dei rapporti tra i cartelli criminali
in tutto il processo (produzione, approvvigionamento e commercializzazione),
dell’emersione di stabili e articolate strutture criminali che gestiscono
le rotte degli stupefacenti, della varietà dei modi in cui viene utilizzato
il sistema finanziario per la gestione dei traffici e per il riciclaggio,
e delle forti connessioni tra il narcotraffico e la destabilizzazione
politica ed economica dei paesi di produzione e stoccaggio. Considerazioni,
queste, affrontate da Europol nell’Organised Crime Threat Assessment
2008. Nel documento viene descritta la dimensione orizzontale dei mercati
illegali: “i gruppi criminali internazionali stanno ampliando la propria
portata operativa e la gamma delle attività in cui sono coinvolti”,
inoltre, “il contrabbando è la quintessenza dell’attività criminale,
e sta passando da una situazione di stretta specializzazione, nella
quale ogni gruppo traffica un solo tipo di prodotto, in una di multi-offerta,
e conseguentemente di multi-criminalità”. Uno tra i traffici più
lucrativi è quello legato ai narcotici, ed in modo particolare alla
cocaina, e di questa il mercato più esigente è quello europeo. L’internazionalizzazione
dei rapporti tra le mafie, denunciato a più riprese dalla Dna, risulta
in modo evidente nel traffico della “blanca”. Le vie dei traffici,
tendono a variare, così come variano le porte di accesso al mercato
europeo, e di conseguenza i contatti e i rapporti tra le varie mafie.
Attualmente la Spagna rappresenta l’approdo della coca nel mercato
europeo. Tuttavia, se nel passato la “polvere bianca” arrivava direttamente
dai porti latino-americani, negli ultimi anni il flusso di coca transita
in Africa Occidentale, prevalentemente in Guinea-Bissau, dove viene
stoccata, e da qui riprende il largo verso la penisola iberica
(http://www.
delle polizie europee è concentrata verso la Spagna è possibile che
i flussi di coca prendano nuove direzioni. A sottolinearlo è Europol:
“il ruolo crescente dell’Africa nel traffico di cocaina può creare
un contesto in cui la penisola iberica o i gruppi criminali lì attivi
siano sempre più aggirati dai flussi che riforniscono l’Europa”.
Dall’Africa Occidentale, infatti, i traffici sono incanalati sempre
più nelle tradizionali rotte del traffico di cannabis utilizzate dalle
mafie marocchine per rifornire l’Europa. Risulta interessante,
a tal proposito, approfondire il concetto di Hub criminale a cui Europol
fa riferimento: “un hub criminale è un’entità concettuale generata
da una combinazione di fattori quali prossimità ai maggiori mercati
di destinazione, localizzazione geografica, infrastrutture”. Europol
individua cinque grandi hub criminali in Europa: il nord-occidentale
(Olanda, Belgio) che rifornisce i mercati più ricchi di eurolandia;
il nord-orientale (paesi baltici) che dipende dagli scambi criminali
tra Russia ed Ucraina; il sud-orientale (penisola balcanica) che collega
l’Asia centro-orientale all’Europa; il sud-occidentale (penisola
iberica), ed infine il meridionale (Italia). Proprio l’Italia è caratterizzata
dalla presenza di mafie fortemente strutturate, competitive e ben radicate
nel cuore degli altri hub criminali (Spagna e Olanda). Tutti gli hub
criminali europei interagiscono tra loro, garantendo la possibilità
che i flussi di cocaina possano trovare rotte alternative per raggiungere
il vecchio continente. Con i riflettori puntati sulle coste spagnole
il flusso si sposta in Marocco, e da qui utilizzando le vie dell’hashish,
approda in Spagna, oppure prosegue per l’Algeria e l’Egitto fino
ad intercettare la via dell’eroina che attraversa la penisola balcanica.
Un gioco globale che sposta ingentissime somme di denaro, che riesce
a destabilizzare interi continenti, ma che non ha ancora trovato una
seria politica internazionale in grado di interromperlo.
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