Usura Spa: 214.000 famiglie a rischio
E’ allarme usura sotto le Due Torri, dove diminuiscono le denunce e tra
i taglieggiati aumenta la sfiducia nello Stato. Un reato che, anche a
causa di tempi giudiziari lunghissimi, espone le vittime ad un continuo
stato di difficoltà e di ricatto
Difficoltà economiche dovute non solo allo scarso reddito, ma anche al tenore di vita elevato rispetto alle entrate. Nel capoluogo emiliano il 15% delle famiglie non dispone di reddito sufficiente a coprire le spese mensili fondamentali. E a incidere è soprattutto il mutuo con una rata mensile media di 559 euro. Poi la crisi economica e finanziaria hanno fatto il resto, rischiando di far scivolare centinaia di famiglie bolognesi in mano agli strozzini. I dati statistici confermano che il fenomeno è in aumento. Non più solo imprenditori ma anche operai, casalinghe, pensionati, sposati e separati, famiglie numerose con studenti e un lavoro precario. E’ variegato il profilo di coloro che cadono prima nel sovraindebitamento e poi nell’usura. Basta una spesa imprevista, le banche che non concedono prestiti, e si è costretti a ricorrere allo strozzino.
Il caso
Come è avvenuto per Bruno che oggi stringe tra le mani 25 euro, quello che gli è rimasto per arrivare a fine mese. “Non ce la faccio più, mi chiamano tutti i giorni ma non hanno capito che io i soldi non ce li ho”. E’ disperato e non sa proprio dove sbattere la testa. Fino a quattro anni fa non aveva mai avuto problemi economici, aveva un bar che gestiva con la figlia e la compagna e lavorava a pieno ritmo. Poi 20 mila euro chiesti ad un “amico”, sono diventati 45 mila, il bar ha cominciato ad andare a rotoli e il commercialista a fare male i conti. Spese che fino a poco tempo prima credeva sostenibili sono diventate devastanti dopo che è ricorso ad una finanziaria per richiedere “un mutuo per pagare i debiti”. Nel giro di un anno per lui è cambiato tutto. E in parallelo è deragliata la sua famiglia: settimana dopo settimana, rata dopo rata. Versamento dopo versamento non rispettato, fino al disastro attuale, con i risparmi sottozero e le bollette da pagare. A 52 anni è stato costretto a vendere il bar e a cercarsi un nuovo lavoro. “Voglio pagare, sto cercando di uscirne. Ma non ci riesco, le finanziarie mi hanno bollato come cattivo pagatore e mi chiamano tutti i giorni”. Il conto in banca è chiuso. Una scorciatoia non esiste. “Ho chiesto una riduzione della rata mensile perché ora sono spalle al muro”.
I dati
Il rapporto 2008 del Cnel colloca l’Emilia Romagna ai primi posti: in regione si registra il 5% dei casi di usura denunciati in Italia. I più vessati sono i commercianti, 7 mila, che pagano un tributo di 620 milioni di euro gestiti da “strozzini” professionisti, molti dei quali sono colletti bianchi. Elevatissimi i tassi di interesse che oscillano tra il 120% e il 240% annui, cioè il 10%-20% mensili.
In base ai dati forniti dal Comando regionale della Guardia di Finanza nel 2007 sono stati sequestrati per il reato di usura 929.978 euro, cifra che si è addirittura decuplicata nel 2008 con quasi 9 milioni di euro sequestrati di cui ben 7.840.000 euro solo di immobili. I numeri danno l’idea di quanto sia preoccupante questo fenomeno, in continua e silenziosa crescita. Ma, paradossalmente, rischiano di essere messe in secondo piano da un altro dato che preoccupa: quello del calo delle denunce. Nel 2007, in base ai dati forniti dalla questura di Bologna, ci sono state solo tre denunce per usura, mentre nel 2008, fino al 31 agosto, non c’è stata nessuna segnalazione. In calo anche il numero di persone che ricorre ai meccanismi statali antiusura. “Nel 2008 – spiega il referente antiusura presso la Prefettura di Bologna – abbiamo ricevuto una sola istanza, da parte di una vittima di usura, di accesso al Fondo di solidarietà istituito presso il ministero dell’Interno. L’iter è ancora in corso”. Passaggi burocratici pazzeschi e tempi giudiziari lunghissimi contribuiscono, così, a rendere l’usura un reato sempre più diffuso eppure sempre più sommerso. Un reato di cui si fatica anche a parlare.
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