Traffico illecito di rifiuti: arrestato Mario Chiesa
Un vasto traffico illecito di rifiuti è stato scoperto dal nucleo
operativo ecologico dei carabinieri di Milano che sta eseguendo dieci
provvedimenti restrittivi emessi dalla magistratura di Busto Arsizio
(Varese). Nel blitz, scattato alle prime ore di oggi, e coordinato dal
Gruppo Tutela ambiente di Treviso, sono impegnati oltre 150 militari
dell’Arma della regione Lombardia e del secondo nucleo Elicotteri di
Orio al Serio (Bergamo), che stanno eseguendo anche 28 perquisizioni
tra le province di Brescia, Milano, Como, Alessandria, Pavia e Varese.
L’indagine che segue quella chiamata “Grisù” del 2005 (19 arresti e 21
denunce), è iniziata nel giugno 2008 ed ha accertato un traffico
illecito di rifiuti pari a 2.700 tonnellate. Al centro dell’inchiesta
uno dei principali protagonisti di Mani Pulite degli anni ’90.
MILANO
– Mario Chiesa e’ uno dei dieci destinatari dei provvedimenti
restrittivi emessi dalla magistratura di Busto Arsizio per un vasto
traffico di rifiuti. Chiesa, 65 anni, di Milano, e’ considerato dagli
inquirenti il collettore delle tangenti nella gestione del traffico
illecito di rifiuti. L’ex presidente del Pio Albergo Trivulzio, secondo
gli investigatori e’ l’uomo del 10%. Il nome di Chiesa e’ fortemente
legato all’inchiesta di Mani Pulite della magistratura di Milano degli
anni ’90: e’ con il suo arresto, avvenuto il 17 gennaio 1992, fatto in
flagranza di reato subito dopo avere intascato una busta con sette
milioni di lire, una rata di quella che doveva essere la tangente per
concedere l’appalto a una impresa di pulizia, che e’ iniziata la piu’
nota inchiesta di Tangentopoli. Con l’arresto di Chiesa e’ emerso un
vasto retroscena di concussione e corruzioni a largo raggio che ha poi
coinvolti numerosi esponenti della politica, della finanza e
dell’imprenditoria.
Mario Chiesa, ingegnere, allora presidente del
Pio Albergo Trivulzio, casa di riposo nota anche come ‘Baggina’, fu il
primo arrestato dell’inchiesta passata alla storia come Mani Pulite,
che porto’ a galla il sistema delle tangenti e che rivoluziono’ la vita
politica italiana. Era il 17 febbraio 1992 e a tradirlo fu una mazzetta
da sette milioni di lire. Esponente del Psi, era diventato presidente
del Trivulzio nel 1986, acquisendo potere e meriti in ambienti
politici, anche se alla fine si era legato soprattutto a Craxi. Quello
che fu definito ‘mariuolo’ proprio dal leader socialista, apri’ la
strada all’inchiesta dei magistrati milanesi – che a quel tempo avevano
in primo piano l’allora pm Antonio Di Pietro – quando decise, dopo
cinque settimane di carcere, di spiegare il sistema delle tangenti per
la spartizione degli appalti. Le indagini si estesero a migliaia di
persone, fra politici, amministratori, imprenditori. E Tangentopoli
divenne un pezzo di storia d’Italia. Mario Chiesa rimedio’, attraverso
i riti alternativi – mai fu giudicato pubblicamente – condanne per 5
anni e 4 mesi, restitui’ sei miliardi e, otto anni e mezzo dopo quel
febbraio ’92, nell’agosto 2000 usci’ definitivamente dalla scena di
Tangentopoli, dopo aver passato un periodo in prova ai servizi sociali,
occupandosi di assistenza ai disabili. Da tempo sembrava ormai ai
margini della cronaca. Oggi, invece, torna protagonista con l’arresto
disposto dalla magistratura di Busto Arsizio (Varese) nell’inchiesta
sul traffico di rifiuti.
CHIESA ‘CONTROLLAVA’ GARE APPALTI
MILANO
– Tanto era il potere di Mario Chiesa che sarebbe riuscito a far
annullare una gara d’appalto, gia’ vinta, rifare il bando ed imporre
come vincitrice una ditta della ‘societa”. Per gli investigatori era
il ‘gran burattinaio’ del sistema al centro del quale c’era la Servizi
ecologici Milano (Sem), la societa’ di cui e’ amministratirice unica la
sua seconda moglie, A.E., della quale fa parte il figlio avuto da
Chiesa dalla prima moglie e coadiuvata dal cognato. Il secondo figlio
e’ invece dipendente di un’altra societa’, la Solarese, anch’essa al
centro dell’inchiesta. Chiesa sarebbe stato il grande elargitore: dava
buoni benzina, buoni pasto e buoni d’abbigliamento facendo triplicare
lo stipendio di chi partecipava al sistema. Lui avrebbe ‘controllato’
le gare d’appalto vincendo al ribasso. Poi avrebbe ‘recuperato’ con gli
interessi facendo figurare quintali di smaltimento di rifiuti molto al
di sotto di quelli reali; certificando servizi erogati, ma mai
effettuati. Cosi’ il costo finale sarebbe ‘lievitato’ del 10%. Chiesa
e’ stato prelevato stamani nella sua casa di Milano e portato in
caserma, dove ha bevuto un caffe’ con l’ufficiale che gli ha notificato
il provvedimento restrittivo prima di entrare a San Vittore. E’
accusato di associazione per delinquere finalizzata all’attivita’
organizzata per il traffico e la gestione illecita di rifiuti, truffa
aggravata ai danni di societa’ pubbliche e private.
DI PIETRO, CHIESA E’ CONTINUITA’ TANGENTI
ROMA
– ”Quindici anni fa Mani Pulite aveva radiografato la mala politica,
la mala amministrazione, la mala imprenditoria. In tanti hanno voluto
far credere agli italiani che la colpa di tutto era dei magistrati che
aveva scoperchiato quel pentolone. Ora questo arresto esprime la
continuita’ delle tangenti”. Antonio Di Pietro, l’ex Pm che fece
arrestare Mario Chiesa il 17 febbraio 1992 aprendo la stagione di Mani
Pulite commenta il nuovo arresto dell’ex Presidente del Pio Albergo
Trivulzio. ”Ai tempi di Mani Pulite si potevano scoprire le cose
perche’ c’erano i reati. Ora e’ stato tutto o condonato o
depenalizzato. Quindi e’ molto piu’ difficile scoprire le cose”. Di
Pietro ha detto di aver sempre sostenuto che Tangentopoli ”non e’ mai
morta e che bisognava alzare la guardia e non abbassarla”. Poi Di
Pietro ha fatto una considerazione sul personale destino dell’uomo
simbolo della stagione delle tangenti: ”Quell’uomo forse non ha capito
la lezione. Ma sul piano etico e sul piano politico non e’ il solo e
non e’ il primo: la verita’ e’ che in tutti questi anni e’ prevalso il
senso dell’impunita’, del poter fare quel che si voleva, perche’ tanto
prima o poi sarebbe arrivata una legge,un indulto, un condono una
denigrazione del magistrato o un blocco dei processi e di conseguenza
una vittoria di chi delinque”. ”Non e’ la stagione di Tangentopoli ad
essere stata archiviata, semmai – ha aggiunto – e’ finita da anni la
stagione di Mani Pulite. Tangentopoli era la ‘citta” che bisognava
ripulire con la ramazza, mentre Mani Pulite, era la ramazza con cui
bisognava pulire il malaffare. A quella ramazza si e’ impedito di
lavorare e in tutti questi anni si e’ preferito criminalizzare coloro
che hanno scoperto i reati e non gli autori dei reati. Il risultato e’
che ci ritroviamo sempre qui con gli stessi problemi”.
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