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Mafia, pentito Spataro: “Così Bonanno venne estromesso dalle estorsioni”

Da Adnkronos il . Sicilia

“Giovanni Bonanno si occupo’ per anni del ‘pizzo’ nel mandamento
mafioso di Resuttana a Palermo. Poi, dopo la Pasqua del 2005 inizio’ ad
avere problemi e ad essere estromesso dalle estorsioni, che fino a quel
momento aveva sempre gestito da solo. Un fatto che Giovanni non
riusciva proprio a digerire”.

Cosi’ il pentito di mafia Maurizio Spataro, che da alcuni mesi
racconta ai magistrati della Dda di Palermo i retroscena di alcuni
fatti di mafia, compresi omicidi, degli ultimi anni, ha raccontato
l’ascesa e il crollo del ‘picciotto’ di mafia Giovanni Bonanno, ucciso
nel gennaio 2006 e poi fatto sparire.

Il corpo di Bonanno e’ stato ritrovato solo un anno fa grazie alle
dichiarazioni di alcuni pentiti. Spataro sta rispondendo, da un luogo
segreto, in videoconferenza nel processo per l’omicidio di Giovanni
Bonanno, che si celebra davanti alla prima sezione della Corte d’Assise
presieduta da Giuseppe Di Vitale e che vede alla sbarra i boss
Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Diego Di Trapani e Giuseppe Pecoraro.

Risponendo alle domande del pm Annamaria Picozzi – presente in aula
anche il pm Francesco Del Bene – Maurizio Spataro ha ripercorso i
momenti piu’ importanti della carriera criminale di Giovanni Bonanno
prima della sua uccisione.

“Giovanni, che conoscevo da quano eravamo piccoli – ha detto – si
occupava delle estorsioni di resuttana, soprattutto dopo l’arresto di
Pino Guastella. Fu investito dal reggente del mandamento Resuttana,
Diego Di Trapani, come co-reggente. Tutto questo duro’ fino al luglio
del 2003, quando Bonanno venne arrestato. Il suo posto venne preso dal
fratello Francesco Bonnano che mori’ nel dicembre del 2003 stesso per
un infarto”.

Bonanno, come rivelato dal pentito Spataro “aveva rapporti
personali con Sandro Lo Piccolo”. “Si incontravano ferquentemente – ha
detto -soprattutto presso un ristorante di Sferracavallo a Palermo”. Ma
i rapporti tra Sandro Lo Piccolo, figlio del capomafia Sandro Lo
Piccolo, e Giovanni Bonanni si deteriorano ben presto.

“Sandro non voleva che io frequentassi Bonanni – ha spiegato il
collaboratore – diceva che davanti faceva una faccia e alle spalle poi
gli piantava i chiodi…”.

“Dopo la Pasqua di quattro anni fa – ha detto ancora il
collaboratore di giustizia nel suo interrogatorio – gli venne detto dal
reggente del mandamento di non dovere piu’ gestire le estorsioni nel
mandamento. Dopo poco tempo Bonanno venne isolato da tutti e lui ci
rimase malissimo. Veniva detto che non riuscisse a riempire le tasche
dei familiari dei detenuti”. Cosi’ gli sarebbe stato affiancato, nella
gestione del pizzo, Salvo Genova.

“Una sera – ha detto Spataro – Giovanni mi disse che non ne poteva
piu’ di questa situazione. Non era giusto mettergli accanto un’altra
persona. In un’occasione, lo accompanai a ritirare il pizzo da alcuni
negozianti, ma questi gli dissero che erano gia’ passati per ritirare i
soldi. Per lui fu un pugno nello stomaco. Capi’ che era stato messo da
parte”.

Poi, il pentito Spataro ha raccontato un diverbio tra Giovanni
Bonanno e Maria Angela Di Trapani, moglie del boss mafioso Salvino
Madonia, del mandamento di Resuttana. “Lei disse che era l’ultima volta
che si sarebbe vista con Bonanno e che non lo voleva piu’ vedere”. Dopo
qualche mese di Giovanni Bonanno si persero le tracce. Venne ucciso
barbaramente e poi il suo cadavere nascosto nelle campagne di Cinisi,
dove venne ritrovato un anno fa.

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