Mafia: fine pena, boss messinese lascia 41 bis e torna a casa
Torna in liberta’, dopo aver
scontato la pena (la condanna era a 6 anni e mezzo di
reclusione per l’operazione antiafia “Icaro”), il “reggente”
della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina),
Salvatore “Sem” Di Salvo, 42 anni. Era detenuto dal primo
agosto 2003 quando, dopo essere sfuggito al blitz
“Omega-Obelisco”, si era costituito in carcere e dal 17
novembre successivo ristretto al 41 bis nel carcere di Viterbo.
Attualmente Di Salvo e’ imputato nel maxiprocesso alla mafia
tirrenica peloritana “Mare Nostrum” e viene considerato dagli
inquirenti l’anello di congiunzione tra la mafia barcellonese e
Cosa Nostra catanese. Avrebbe avrebbe offerto ospitalita’ e
copertura al boss latitante catanese Nitto Santapaola
all’inizio degli anni ’90 e sarebbe la mente di un cartello che
dal ’99 avrebbe pilotato gli appalti pubblici tra Milazzo e
Sant’Agata Militello, imponendo la tangente del 2-4%
sull’importo dei lavori ed organizzando la turnazione
nell’aggiudicazione delle gare tra le imprese messinesi e
catanesi. Beni secondo l’accusa fittiziamente intestati da Di
Salvo ad alcuni imprenditori erano stati sequestrati l’8 luglio
2005 ma lo scorso 5 febbraio la Cassazione ha negato la
confisca e ha annullato con rinvio alla Corte d’Appello di
Messina per un nuova valutazione. I beni oggetto del
procedimento sono una villetta del Residence club Spinesante a
Barcellona, quattro terreni nel Comune di Castroreale, la
societa’ “Codim”, un’auto ed una moto.
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