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Guinea-Conakry: si diffonde l’epidemia della “narcostatizzazione”

Di Gaetano Liardo il . Internazionale

Il modello del “narco-stato” si sta diffondendo in maniera epidemica in tutta l’Africa Occidentale. Dopo la Guinea-Bissau, considerata dall’United Nations Office on Drug and Crime (UNODC) come il nuovo hub del traffico internazionale di droga dall’America Latina ai mercati europei, il virus del narcotraffico sta infettando velocemente la vicina Guinea-Conakry. A denunciare la situazione è Antonio Mazzitelli, responsabile dell’ufficio che l’UNODC ha recentemente aperto in Guinea-Bissau al fine di coordinare e monitorare le misure di contrasto al narcotraffico nella regione. Mazzitelli, secondo quanto riportato dall’agenzia Irin, afferma che la situazione del traffico di droga in Guinea-Conakry è attualmente più grave e complessa di quella esistente in Guinea-Bissau. La maggiore consapevolezza internazionale sulle ripercussioni del narcotraffico a Bissau ha spinto nell’ultimo anno i trafficanti a spostare parte dei traffici in Guinea-Conakry.

Oltre alle Nazioni Unite, anche gli Stati Uniti guardano con preoccupazione agli sviluppi geopolitici delle nuove rotte del traffico disegnate in Africa Occidentale. Nell’International Narcotics Control Strategy Report 2008 il Dipartimento di Stato americano sottolinea come la Guinea negli ultimi cinque anni stia diventato uno dei centri di stoccaggio di cocaina, eroina e amfetamine diretti verso i mercati europei. A gestire e coordinare il flusso di narcotici sono i colombiani, e, in secondo luogo, nigeriani e ghanesi, per lo più coinvolti nel traffico di eroina proveniente dall’Afghanistan via Africa Orientale.

La droga arriva in Guinea-Conakry principalmente per via aerea trasportata su piccoli “Cessna” che volano ad un’altitudine massima di duemila metri per evitare di essere identificati dai radar. In Guinea atterrano in piste sabbiose dell’entroterra dove il carico viene trasportato in piccole quantità verso la capitale. Una volta stoccata la droga a Conakry, i trafficanti organizzano lo smercio verso i mercati europei tramite corrieri. I traffici, come avviene anche in Guinea-Bissau, Mali, Nigeria e Senegal, vengono organizzati tramite drug mules , letteralmente “muli della droga”, singoli corrieri costretti ad ingoiare capsule contenenti cocaina spediti in Europa sia su voli intercontinentali, che via mare. Questa pratica, pur rallentando il volume dei traffici, è molto più sicura dei metodi tradizionali. Infatti, rispetto alla singola imbarcazione che nasconde nella stiva tonnellate di cocaina che può essere intercettata dalle guardie costiere dei paesi europei, il drug mule trasporta piccoli quantitativi di coca e, nel caso venga scoperto, comporta pochi danni all’organizzazione. Nel solo 2006 ben 211 drug mules sono stati arrestati in Africa Occidentale e in Europa.

L’ufficio governativo preposto al contrasto al traffico di droga, l’OCAD, si trova ad operare in una situazione delicata. Sakho Moussa Camara, che da agosto è succeduto al vecchio direttore dell’ufficio dimessosi in circostanze poco chiare, denuncia a Irin come nel suo operato deve contrastare i narcotrafficanti ma anche le alte gerarchie della polizia e dell’esercito, pesantemente coinvolte nei traffici. Un esempio recente dimostra la forte natura delle inter-connessioni tra apparati istituzionali e trafficanti. Lo scorso 4 settembre l’OCAD ha individuato un aereo carico di droga atterrato a Boke, un centinaio di chilometri a nord della capitale. Seguendo le fasi di stoccaggio del carico di droga, l’OCAD è riuscito a smascherare la rete di protezione che ha reso sicuri i traffici nella regione. Sono finiti in manette, infatti, il governatore, il capo del distretto militare, il commissario di polizia, il controllore dei traffici aerei, e numerosi altri funzionari, tutti coinvolti personalmente nei traffici.

Nonostante i risultati raggiunti, l’OCAD non ha uomini, mezzi e risorse necessarie per contrastare i narcotrafficanti. L’elevato tasso di corruzione, favorito dall’ingente flusso di denaro proveniente dai traffici, fa sì che i narcos riescano ad uscire velocemente dalle prigioni, scagionati da potenti protettori, vanificando l’opera repressiva dell’OCAD. La ricchezza effimera, e residua, proveniente dalla partecipazione ai traffici internazionali di droga, rischia di compromettere la stabilità della Guinea – Conakry. Politicamente, infatti, la corruzione compromette lo sviluppo democratico del paese. Economicamente la ricchezza generata dai traffici è saldamente nelle mani di pochi, e danneggia, minandola internamente, ogni prospettiva di sviluppo socio-economico. Come denunciato da Mazzitelli, la droga facilita instabilità, anarchia e abusi da parte di chiunque sia al potere, rendendo difficile la soluzione di qualsivoglia conflitto politico. A dimostrazione di quanto detto, lo scorso giugno nelle strade della capitale si è assistito ad un violento scontro tra la polizia e l’esercito, che ha visto la morte di due poliziotti. Secondo alcuni osservatori, si tratterebbe di una prova di forza sul controllo dei traffici nel paese da parte delle due istituzioni che avrebbero come compito principale proprio quello di ostacolare i traffici stessi. Un chiaro segnale che il virus della narcostatizzazione sta mettendo solide radici in Guinea-Conakry.

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