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La normalità che aiuta la mafia

Di Rino Giacalone il . Dai territori, Sicilia

Presidente del collegio dei
revisori dei conti dell’amministrazione provinciale di Trapani, fuori
dal palazzo presidente del collegio dei revisori dei conti di una impresa,
l’azienda di produzione di calcestruzzo “Mazara” che tra i suoi
soci ha i più grossi nomi del gotha mafioso trapanese. Tutto come se
niente fosse, in piena e assoluta normalità, che è quella stessa che
non dà fastidio all’organizzazione mafiosa che in assoluta normalità
è riuscita in provincia di Trapani ad infiltrarsi nella politica, nelle
istituzioni, nell’impresa, nelle professioni, come testimoniano anni
di indagine e decine di sentenze. Da una parte si predica e si dice
di professare la legalità, dall’altra parte invece si chiudono gli
occhi e nessuno si interroga più di tanto su ciò che succede. Circostanza
che di recente ha portato il capo della Procura, Giacomo Bodero Maccabeo,
ad evidenziare atteggiamenti ipocriti da parte di tanti che dichiarano
di perseguire la legalità ma nei fatti compiono azioni contrarie.

Nel caso scoppiato alla Provincia
regionale di Trapani, non c’entrano responsabilità personali e penali,
ma suona strano che nessuno si è posto un problema di opportunità
sulla situazione che si è determinata, almeno fino a quando la notizia
di quel doppio incarico per il presidente del collegio dei revisori,
non è finita stampata su di un giornale, l’edizione provinciale di
Trapani del giornale La Sicilia.

Lei, il presidente dei due
collegi dei revisori dei conti, si chiama Cinzia Puma, commercialista,
giovanissima, appena più che trentenne. Pochi mesi addietro alla carica
di presidente del collegio dei revisori dei conti della Provincia regionale
di Trapani l’ha eletta il Consiglio provinciale. Una carica tecnica
finita però, come altre, nel contesto della spartizione degli incarichi
in funzione delle appartenenze politiche. Lei, la dott. Puma, è in
quota Pdl, indicata da un consigliere provinciale dell’area di Forza
Italia, Duilio Pecorella, vicino al deputato regionale ed ex presidente
della Provincia la prof. Giulia Adamo. L’incarico nella calcestruzzi
“Mazara” la Puma per la verità non lo ha nascosto, lo ha indicato
nel suo curriculum, ma nessuno ha fatto caso a quell’incarico in casa
dei mafiosi. Soci della calcestruzzi “Mazara” sono infatti Mariano
e Giovan Battista Agate, uomini importanti di Cosa Nostra trapanese,
ed ancora Nino Cuttone, anche lui un uomo “ntiso”. Agate, Cuttone
e la calcestruzzi “Mazara” sono comparsi di recente nell’ambito
di una operazione antimafia, quella condotta da Polizia e Carabinieri
e coordinata dalla Dda di Palermo che ha scoperto le mani della mafia
su una serie di investimenti per l’energia eolica nel territorio mazarese.
La calcestruzzi “Mazara” ospitò un summit durante il quale fu deciso
quale impresa avrebbe dovuto costruire un impianto eolico, Giovan Battista
Agate e Nino Cuttone sono finiti in manette, arrestato anche il genero
di quest’ultimo, il consigliere comunale di Forza Italia Vito Martino.
Mariano Agate si trova in carcere oramai da oltre un decennio, continua
però a comandare, per un periodo riuscì a bucare pure il 41 bis, intercettazioni
e immagini catturate da video camere sistemate dalla Polizia in una
sala colloqui di un cercare, lo colsero a mimare i nomi delle persone
con le quali suo figlio, Epifanio, che gli stava seduto dirimpetto,
doveva andare a parlare.

Ecco questo è il contesto
in cui la dott. Puma ha esercitato le sue funzioni professionali. Ovviamente
azienda sana la calcestruzzi Mazara, nessun conto fuori posto, stessa
cosa alla Provincia, dove ci sono indagini in corso sull’elargizione
dei contributi ad una serie di associazioni, circa 500 mila euro liquidati
in un sol colpo a fine anno, ma il collegio sindacale niente avrebbe
notato di irregolare, e in effetti le delibere a prima vista sembrano
del tutto rispondenti al regolamento. E’ scavando sui nomi dei beneficiari
che si scorge qualcosa che non va. L’assessorato che li ha erogati
è quello della giornalista Maria Giovanna Maglie, che in Giunta venne
fatta entrare su indicazione del sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi.
Ma questa è un’altra storia.

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