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Beni confiscati: simboli di comunità Libere

Di Pietro Nardiello il . Campania

Aggredire i patrimoni, sottrarre
tutto quanto può contribuire ad accrescere la loro ricchezza questa
è la prima azione che lo Stato deve mettere in campo nella difficile
e dura lotta contro le mafie. I mafiosi temono molto di più perdere
i propri beni, le proprie ricchezze che dover passare un po’ dei propri
anni in carcere. Su questo sono tutti d’accordo e questo è quanto
è emerso in occasione del seminario “Simboli e risorse di comunità
libere: l’esperienza dei beni confiscati alle mafie”, uno dei sette
incontri in appendice alla XIV giornata della memoria e dell’impegno
che l’associazione Libera ed Avviso Pubblico hanno organizzato a Napoli.

L’incontro, che ha visto
come moderatore Davide Pati, responsabile dell’ufficio beni confiscati
di Libera, è servito per dare spazio alle iniziative positive che in
Campania si stanno realizzando attraverso il riutilizzo sociale dei
beni confiscati. Allora spazio al protocollo d’intesa firmato a Casal
di Principe, proprio in occasione del quindicesimo anniversario dell’assassinio
di Don Peppe Diana,  che ha sancito l’avvio della nascita della
prima cooperativa che in Campania beneficerà del marchio “Libera
Terra” e che produrrà mozzarella di bufala in aziende confiscate
alla camorra nei comuni di Cancello ed Arnone e Castel Volturno. A presentare
l’iniziativa Mauro Baldascino, di Libera Caserta, Giampiero Calzolari,
presidente dell’agenzia cooperare con Libera Terra e Carlo Alfiero,
presidente della fondazione “Per il Sud” che questo progetto ha
finanziato. Un’iniziativa di importanza vitale che potrà consentire
di scrivere una pagina di vero sviluppo per un territorio da troppo
tempo affamato dalla piovra camorristica.

Spazio, poi, all’esperienza
del Consorzio SOLE, ideato dalla Provincia di Napoli e al quale aderiscono
ben diciotto comuni. Ad illustrare le attività del consorzio è stata
la direttrice Lucia Rea che, nonostante la positiva esperienza che riguarda
il riutilizzo del Paro Ammaturo, sottratto al clan Rea, ha evidenziato
come “purtroppo si lavora poco per il riutilizzo dei beni che spesso
sono gravati da ipoteche maggiori del valore reale della struttura.
Per questi motivi – ha poi concluso la direttrice – sarebbe auspicabile
la realizzazione di un’agenzia nazionale che si occupi solo della
gestione di beni confiscati, in sostituzione delle agenzie del demanio
ed infine, bello poter sperare nella rinunzia da parte delle banche
di quelle ipoteche che gravano su tanti beni sottratti alla camorra”.

E’ stata poi presentata da
Tiziana Apicella, di Libera Napoli, la ricerca sui beni confiscati presenti
sul territorio di competenza del consorzio SOLE. Un vademecum importante
non solo per gli addetti ai lavori ma per tutti coloro che desidereranno
approfondire l’argomento.

Ha chiuso i lavori il Commissario
straordinario del governo per i beni confiscati, Antonio Maruccia, che
oltre a ribadire  la necessità della nascita di un’agenzia che
si occupi dei beni, ha annunciato che presto potrebbe diventare competenza
delle prefetture la gestione dei beni sottratti alla criminalità che
così non sarebbero più assegnati ai patrimoni indisponibili dei comuni.

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