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“Alba d’oro” a Palermo

Di Angelo Venti (site.it) il . Sicilia

Novità importanti per l’inchiesta sulla “Operazione Alba d’oro“, ancora una volta, potrebbero venire proprio da Palermo.

Mentre i tre imprenditori arrestati a Tagliacozzo continuano
a respingere tutte le accuse, a decidere di collaborare con i giudici
siciliani, dopo Massimo Ciancimino, è la volta proprio del loro socio
in affari, Gianni Lapis.

Il tributarista palermitano è accusato, insieme a Massimo
Ciancimino, di riciclaggio delle centinaia di milioni di euro di orgine
mafiosa, che facevano parte del cosiddetto “Tesoro di Vito Ciancimino“.
Nel marzo 2007, Lapis e Ciancimino sono già stati condannati in primo
grado, dalla Procura di Palermo, rispettivamente a 5 anni e 5 anni e
sei mesi per trasferimento fraudolento di valori e per riciclaggio.

Nella giornata di ieri i Pubblici ministeri  di Palermo, Ingroia e
Di Matteo, hanno ascoltato Gianni Lapis in merito ad uno stralcio
d’indagine nata dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino su alcune
intercettazioni, stranamente accantonate dai Pm che condussero la prima
inchiesta. In quelle intercettazioni, operate dai carabinieri di
Monreale, Lapis parlava di denaro da versare a politici e “a questo e a quello“. Ieri la svolta clamorosa.

Nell’interrogatorio sulla provenienza e destinazione dei
soldi, Lapis ha deciso di rispondere alle domande dei nuovi magistrati
sui versamenti di denaro e i verbali sono stati immediatamente
secretati.

Ecco come la clamorosa notizia della collaborazione di Lapis è stata data dal Tg di venerdì 20 marzo dell’emittente Telejato di Partinico.

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A iniziare a collaborare con i giudici, nella scorsa primavera, è
stato Massimo Ciancimino. L’erede del boss mafioso Vito, in questi
giorni ha chiesto di riesaminare le intercettazioni che i vecchi
giudici avevano stranamente accantonato. Sono partite così nuove
indagini su un grosso flusso di denaro del “Tesoro di Ciancimino” che,
sempre attraverso la SIRCO spa, sarebbe finito nelle tasche di politici
di rilievo. Ecco come, ancora una volta Telejato, la tv condotta da
Pino Maniaci, ha dato questa notizia nei giorni scorsi.

Per la Procura antimafia di Palermo, il “Tesoro di Ciancimino
ammonterebbe ad oltre 600 milioni di euro. Soldi di orgine mafiosa che
sarebbero stati reinvestiti, attraverso un gran numero di società
riconducibili a Massimo Ciancimino e Gianni Lapis, in investimenti in
Italia e altri paesi europei.Una parte di quei soldi, attraverso la
SIRCO spa, sarebbe finita anche nella “Alba d’oro srl”, che a
Tagliacozzo ha realizzato una grossa struttura ricettiva.Le indagini
condotte dai GICO della Guardia di finanza di L’Aquila,
hanno documentato come il flusso di quei soldi è finito anche in
Abruzzo, per reinvestimenti a Tagliacozzo, Carsoli e Sulmona e la
creazione di almeno altre due società, la Ecologica Abruzzi srl (sede in Avezzano), la Marsica Plastica srl e il Consorzio ARS
(sede in Carsoli) . Da qui, nei giorni scorsi, l’arresto dei tre
imprenditori di Tagliacozzo e il sequestro di beni per 2,5 milioni di
euro.L’inchiesta abruzzese è stata condotta dalla Divisione
investigativa antimafia di L’Aquila. Il fascicolo è ora passato alla
Procura di Avezzano.
Ecco il video esclusivo di SITe.it in cui uno degli arrestati, Nino
Zangari, si difende durante il convegno con Giuseppe Lumia
(Vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia), tenutosi ad
Avezzano nel dicembre 2007.

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Per il riepilogo di tutta la vicenda che ha condotto  agli arresti di Tagliacozzo, CLICCA QUI

da SITE.IT

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