“Infiltrazioni, via i dirigenti compromessi”
Un codice etico per i Comuni e il via libera definitivo alle
norme anti-infiltrazioni nella burocrazia. Sono le proposte emerse
dall’assemblea nazionale di Avviso Pubblico, la rete delle istituzioni contro
le mafie e per la formazione civile, che vede insieme ormai più di 170 amministrazioni
sparse lungo
Penisola. Riuniti
sindaci, presidenti e delegati hanno fatto il punto sulla lotta alla
criminalità organizzata. Un incontro che si incastona nella tre giorni promossa
e organizzata in Campania insieme a Libera.
Aspettando il corteo sul Lungomare partenopeo, si è fatto un
bilancio del recente ciclo di incontri sui territori e ragionato sul futuro. Anche insieme all’ex
presidente dell’Antimafia, Francesco Forgiane, e al responsabile di Libera
Internazionale Tonio Dell’Olio. Dopo la relazione del presidente Andrea
Campinoti, è toccato al coordinatore Pier Paolo Romani stilare la lista degli
obiettivi futuri.
Primo nodo la revisione delle norme sullo scioglimento dei
Comuni per infiltrazioni mafiose. Con la possibilità di licenziare i membri
dell’apparato burocratico, veri e propri “uomini cerniera tra le mafie e le
amministrazioni” dice Romani. Una proposta che è maturata nella commissione
parlamentare antimafia guidata da Forgione e che adesso è stata inserita nel
testo del decreto sicurezza, già passato al Senato. Proprio sulla questione
degli scioglimenti, Avviso Pubblico terrà domani pomeriggio un seminario ad hoc:
“Un tema importante e sul quale è doveroso soffermarsi nel giorno della memoria
e dell’impegno – spiega il coordinatore – perché dal ’91 ad oggi sono ormai più
di 180 le amministrazioni azzerate, perché proprio la provincia di Napoli ha il
record negativo con 44 scioglimenti”. Un seminario al quale prenderà parte
anche Giuseppe Pisanu: “Chiederemo al presidente dell’Antimafia di adoperarsi
per fare in modo che queste proposte diventino legge, ma anche un impegno per
fare in modo che i commissari mandati a gestire le amministrazioni abbiano le competenze
necessarie, e la possibilità di agire a tempo pieno, per ricostruire il tessuto
democratico delle realtà infiltrate dalle mafie”.
Ma Avviso Pubblico è soprattutto una rete “per”, “un’associazione
di istituzioni che vogliono impegnarsi nella lotta alla criminalità organizzata
sul piano culturale, coi progetti, con il sostegno alle cooperative di Libera
Terra e ai campi di lavoro sui beni confiscati alle mafie, con la promozione
delle buone pratiche amministrative” aggiunge Romani. Un impegno ormai
ultradecennale e condensato in una banca dati sul web, all’indirizzo www.avvisopubblico.it.
Dall’assemblea nazionale arriva anche la spinta a crescere e
rafforzare la rete degli enti locali: una campagna di adesioni che coinvolga le
amministrazioni sensibili. Ma con un preciso limite: il rispetto di un codice
etico, una serie di paletti e di linee guida per tracciare una linea di confine
netta tra chi vuole combattere le mafie e chi viaggia nella zona grigia. Romani
non nasconde la realtà, le convergenze “tra mafia e amministrazioni, quelle
connivenze senza le quali la mafia non sarebbe tale”. Ecco perché “agli
amministratori spetta non solo il compito di difendere e promuovere l’interesse
collettivo, ma anche quello di vigilare sui propri dirigenti”. Tutti gli
amministratori: “Non sono solo i Comuni del Sud ad essere infiltrati, l’ultima
relazione della Dna, ad esempio, ci racconta della pax mafiosa delle cosche
attive al Nord, che fanno affari in silenzio e senza faide, investono il
denaro, mettono in piedi aziende legali e si inseriscono nei subappalti”.
Dall’assemblea di Avviso Pubblico anche un appello a
partiti, imprese e cittadini. “Tra il 2001 e il 2005 ben 100 parlamentari hanno
cambiato casacca – afferma Romani – e a veicolare il consenso sono ormai le
singole persone e non i partiti. Dobbiamo rompere questo meccanismo, chiediamo
ai partiti di non candidare personaggi discussi e compromessi”. Ma non basta: “Il
rapporto mafia politica riguarda tutti – chiude il coordinatore – ci sono le
imprese che finanziano le campagne elettorali di candidati improponibili e ci
sono i cittadini che barattano il loro voto in cambio di favori. Solo se saremo
in grado di rispettare i doveri, potremo immaginare un futuro di diritti”.
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