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Il tesoro del mafioso Vito Ciancimino reinvestito a Tagliacozzo, 3 arresti

Da PrimaDaNoi.it il . Abruzzo

Circa due milioni di
euro del tesoro occulto del mafioso Vito Ciancimo, sarebbe sabato
reinvestito per l’acquisto di un un complesso turistico,di terreni e
quote societarie. E’ quanto ha scoperto la Procura distrettuale
antimafia dell’Aquila che da stamane ha dato il via ad un’operazione
antimafia.


* L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DI DI LELLO (RC)

* LA NOSTRA INCHIESTA: QUANDO LA MAFIA FACEVA LE FERIE IN ABRUZZO

Il
gruppo investigativo sulla criminalita’ organizzata (Gico) della
Guardia di Finanza dell’Aquila dalle prime di stamane, e’ impegnato
nell’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere.
A
finire in manette l’amministratore e due soci della societa’ “Alba
D’Oro Srl”. Nell’ambito dell’operazione antimafia i militari del Gico
hanno sequestrato un complesso turistico, quote societarie e terreni
per un valore di 2 milioni e mezzo di euro.
Nelle lunghe ed
articolate indagini, effettuate anche attraverso le intercettazioni
telefoniche, gli investigatori hanno scoperto come i tre imprenditori
avessero reimpiegato 2 milioni di euro proventi del tesoro occulto di
Vito Ciancimino.
Le Fiamme Gialle hanno anche acquisito
documentazione nel Comune di Tagliacozzo, dove sorge il villaggio. In
particolare, sarebbero stati controllati i documenti riguardanti il
villaggio turistico “La Contea”, che si estende su una superficie di
diversi ettari nei pressi della frazione di Sfratati.
Sono stati
controllati i carteggi riguardanti il piano regolatore e le concessioni
edilizie rilasciate alla societa’ “Alba d’oro” dalla precedente
amministrazione e alcune delibere di giunta e del consiglio comunale.
La
Guardia di Finanza di Avezzano, invece, ha avviato una verifica
contabile sulla struttura turistica sulla quale avevano gia’ indagato
la Procura antimafia dell’Aquila e quella di Palermo.
Altri dettagli saranno resi noti in mattinata.

16/03/2009 9.24

UNA INDAGINE COMPLESSA E LUNGA

L’indagine dalle prime informazioni sembra sia stata molto complicata e durerebbe almeno dal 2007.
A
dicembre 2007 la Guardia di Finanza dell’Aquila sequestrarono faldoni
inerenti il villaggio turistico “la Contea”, il camping e villaggio
turistico di Tagliacozzo di oltre 15 ettari di proprietà della società
Alba d’Oro Srl.
Sono state portate via tutte le delibere comunali
del progetto, le concessioni edilizie e le modifiche al prg per la
realizzazione del mega complesso da 200 piazzole.
Ma l’indagine avrebbe accertato anche un secondo filone che riguarda la situazione contabile dell’azienda.
Sempre
nel 2007 era stato il deputato di Rifondazione comunista Giuseppe Di
Lello ad accendere i riflettori sul complesso turistico presentando una
interrogazione in Parlamento.
Gli investigatori della Procura
distrettuale di Palermo seguendo il così detto “tesoro di Ciancimino”
(l’ex sindaco di Palermo noto alle cronache giudiziarie e finito in
carcere per reati di mafia e morto nel 2002), ha ricordato il deputato
Abruzzese al ministro Mastella (che non ha mai risposto) si sarebbero
imbattuti proprio nella società “Alba d’oro s.r.l.”
Secondo la
Procura di Palermo il ricco tesoro sarebbe finito, per opera dei figli
dell’ex sindaco, investito in altri beni e soprattutto nel settore del
gas, attraverso la Gas spa venduta nel 2004 ad una multinazionale
spagnola per 120 milioni di euro.
Prima della cessione agli spagnoli
però le quote della Gas spa erano detenute da Gianni Lapis, un
professore tributarista che, per i magistrati, agiva come prestanome
dei Ciancimino e per alcuni pentiti addirittura Provenzano e che era
arrivato a Tagliacozzo attraverso la società palermitana che gestisce
la rete del gas del comune abruzzese.
I 120 milioni della vendita
della società sarebbero poi stati reinviestiti in Romania, Belgrado e
anche nella “Alba d’oro srl”, la società impegnata nella realizzazione
della struttura ricettiva a Tagliacozzo.

16/03/2009 9.36

I TRE ARRESTATI

In
manette sono finiti Nino Zangari, 44 anni, ex assessore ai lavori
pubblici del Comune di Tagliacozzo, e i fratelli Augusto e Achille
Ricci di 47 e 51 anni.
Zangari fino al 2007 che deteneva il 16,5%
del capitale sociale della società Alba d’Oro,Augusto Ricci deteneva il
17% del capitale della stessa società, mentre il fratello il 16,5.
Per
tutti l’accusa ipotizzata e’ di reintegro di denaro di provenienza
illecita. Mentre i fratelli hanno ottenuto i domiciliari, per l’ex
assessore si sono aperte le porte del carcere dell’Aquila.
Secondo
gli inquirenti Zangari sarebbe stato l’intermediario di Gianni Lapis,
avvocato tributarista di Palermo, presunto prestanome di Vito
Ciancimino il cui figlio Massimo avrebbe l’effettiva disponibilita’ dei
bei, denaro e titoli azionari. La Finanza valuta il tesoro di Vito
Ciancimino in 600 milioni di euro, 200 dei quali recuperati.
Nell’inchiesta, le cui indagini proseguono, sono indagate altre persone.
«L’operazione e’ il primo esempio conclamato di infiltrazione mafiosa», ha detto in conferenza stampa Leonardo Matera.
La Finanza ha posto sotto sequestro anche conti correnti della societa e terreni tra Tagliacozzo e Carsoli (L’Aquila).

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