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Crocetta: da Gela tanti giovani a Napoli per il 21 marzo

Di Norma Ferrara il . Sicilia

Di
fronte ad una platea di giovani, ieri al teatro dell’Eliseo a Roma il
sindaco di Gela, Rosario Crocetta, ha parlato ai ragazzi di scuole medie
e superiori del Lazio che in questa settimana sono i protagonisti di
una sette giorni organizzata dalla Regione Lazio e interamente dedicata
alle tematiche di mafie e legalità ed ecomafie. Abbiamo intervistato il
sindaco –  già  al suo secondo mandato –  e con lui parlato delle nuove
sfide che attendono Gela e l’intero Paese a pochi giorni dalla tre
giorni campana dedicata alla Memoria e Impegno.


Oggi qui a parlare a tanti giovani di legalità ambientale.
Gela è stato un esempio di cattiva prassi per molti anni, qual è la
situazione oggi?

Gela si è trovata di fronte in questi anni
due diversi problemi di illegalità in relazione soprattutto (ma non
solo) alla presenza del petrolchimico sul territorio. Il primo problema
era la presenza dentro il petrolchimico della mafia. Abbiamo liberato
l’azienda dalla presenza della mafia,  oggi appalti e indotti sono
monitorati. Ora ci attende la seconda sfida, combattere un certo modo
di fare industria, che non è rispettoso della salute dei cittadini.
Questo è ancora un problema aperto e  non è una battaglia che la mia
amministrazione può vincere da sola, nonostante molti tentativi di
collaborazione con l’industria (penso per esempio all’ultima novità:
gli abbiamo imposto di riciclare l’acqua che consumano anzichè
inquinare il mare scaricandola) c’è bisogno di un intervento normativo
dello Stato. Talvolta però, come accadde con il precedente Governo
Berlusconi, lo Stato ha modificato le leggi a favore delle imprese
modificando paramentri che hanno reso legale ciò che non lo è. Oggi la
produzione dunque risulta dentro paramentri modificati, ma le
malformazioni genetiche e i tumori, di questa legalità non si curano…
arrivano lo stesso.

Un’antimafia dei fatti quella che ha portato Gela verso questi cambiamenti

Si,
è indispensabile mettere in campo un’ antimafia che crea ottimismo,
possibilità di vittoria –  come è accaduto per Gela. Questo è un
modello di contrasto alle mafie che a Gela si è mostrato vincente e
continua ad esserlo, giorno dopo giorno. Un tempo nessuno denunciava il
racket? oggi sono cento gli imprenditori che lo hanno fatto. C’ è stato
un lavoro unanime delle istituzioni, della società civile, che hanno
recepito un messaggio chiaro e unico: la priorità di liberarsi dalle
mafie. Molto spesso invece ci sono  istituzioni distratte nella lotta
alla mafie, e in generale tutta la battaglia nazionale al fenomeno
mafioso è lungamente sottovalutata. Possiamo tranquillamente dire che
in parti del Paese la mafie si infiltrano nell’economia legale,
incontrastate. Per esempio al centro nord d’Italia il fenomeno è di
ancora difficile definizione. E’ necessario invece uscire dall’ottica
che la mafia si solo una questione siciliana, soprattutto se poi si
scoprono alcuni fatti, per esempio che il terzo gruppo europeo per la
produzione del cemento (la Ital cementi) è in odor di mafia e la sua
sede non è a Corleone ma a Bergamo.

Fra pochi giorni il 21 marzo in Campania sarà proprio un
momento per saldare questi due aspetti della lotta alle mafie,
l’impegno concreto e la memoria di chi queste battaglie le ha
combatutte. Solo 5 anni fa Gela ospitò la giornata che Libera dedica a
tutte le vittime di mafia. I gelesi saranno a Napoli quest’anno?

 
Si,
la memoria è essenziale ma deve servire per dare una indicazione sul
presente. Il 21 marzo di quest’anno accadrà una cosa del tutto nuova.
Una delegazione spontanea di giovani (circa 350) per la prima volta,
autorganizzata, si metterà in viaggio per Napoli. E’ un segnale molto
bello questo, è il risultato di una “battaglia di massa” contro le
mafie, che produce risultati spontanei e nuovi giorno per giorno. Io ci
sarò a Napoli – come ogni anno –  con parti delle istituzioni,
dell’imprenditoria, e di tutti quelli che fanno ogni giorno la lotta
alle mafie, non con le chiacchiere ma con i fatti.

Di tutte queste battaglie per la legalità quanto c’è dentro il
Dna della classe politica siciliana e quanto manca? in particolar modo
in relazione al percorso del partito democratico in Sicilia?

La politica si porta dietro grandi esempi e anche alcune
scorie. Una parte di essa si è impegnata,  una gran parte è stata poco
attenta alla legalità e in taluni casi consociativa, anche a sinistra.
Le mafie cercano sempre di stare al Governo, per ovvi motivi. Ma anche
le opposizioni non sono state scevre da collegamenti con
l’organizzazione mafiosa. Certo, io ricordo ancora come fosse ieri, le
battaglie che insieme a Pio La Torre si portavano avanti nella sinistra
siciliana, con trasparenza e coraggio della denuncia, anche dentro il
partito. L’attuale partito democratico si porta dietro tante
contraddizioni ma si porta dentro il forte impegno antimafia che ha
contraddistinto negli anni la sinistra siciliana. Oggi per il partito
democratico c’è una sola via, ed è quella di una scelta chiara da fare
in tutto il territorio nazionale, non solo in Sicilia.

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