Quello che possiamo fare per Gaza
A due mesi dallo scoppio dell’ultima guerra a Gaza, il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, la Piattaforma delle Ong per il Medio Oriente e la Tavola della pace hanno realizzato una missione congiunta in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati (2-8 marzo 2009) tesa a definire le iniziative da assumere per portare la solidarietà dell’Italia alle vittime di questa tragedia.
Il documento che segue presenta le conclusioni, gli impegni e le proposte emerse nel corso della missione.
Hanno preso parte alla Missione: Francesco Cavalli, Vicepresidente del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani; Giovanni Kessler, Presidente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento; Sergio Bassoli, Coordinatore della piattaforma delle ONG per il Medio Oriente; Flavio Lotti, Coordinatore della Tavola della pace e direttore del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani; Roberto Brancolini, fotografo.
L’operazione militare israeliana “piombo fuso” ha provocato una tragedia umanitaria nella Striscia di Gaza.
Oltre un milione e mezzo di persone, metà delle quali con meno di 14 anni, sopravvivono in condizioni inumane, rinchiuse in un territorio che non possono lasciare, in violazione dei più elementari diritti umani.
Soccorrere le vittime di questa tragedia è un dovere della comunità internazionale.
Chi ha bisogno di aiuto ha il diritto di essere assistito. Un diritto che viene prima di ogni altra considerazione politica.
I soccorsi sono resi difficili dalla continuazione della guerra e dall’assedio che consente solo un passaggio limitatissimo di merci e operatori. Nonostante questo, ecco cosa possiamo fare concretamente per portare aiuto alla popolazione di Gaza.
Primo. La crisi è umanitaria ma il problema è politico. L’Italia deve esercitare tutta la pressione necessaria affinchè Israele ed Egitto riaprano subito i valichi della Striscia di Gaza e consentano il pieno accesso degli aiuti e del personale umanitario nonché di quanto necessario per la ricostruzione. Questa iniziativa deve essere parte di un più vasto e serrato impegno per la cessazione di ogni forma di violenza e per la conclusione di un accordo di pace bilaterale e regionale.
Secondo. Se vogliamo aiutare davvero la gente di Gaza dobbiamo agire insieme.
I problemi che devono essere affrontati, gli ostacoli che devono essere superati sono così grandi che non si può pensare di agire per conto proprio.
Terzo. L’Italia deve agire come “sistema paese” sviluppando un’azione coordinata e coerente tra il Ministero degli Affari Esteri, la Cooperazione Italiana, le ong, gli Enti Locali, le Regioni e le organizzazioni della società civile.
L’obiettivo deve essere la formulazione e la realizzazione di una strategia e di un piano integrato di interventi di breve e medio termine.
Il “Sistema Paese Italia” deve operare in modo integrato con l’Unione Europea, il sistema dell’Onu, le organizzazioni internazionali degli Enti Locali e della società civile.
Quarto. Dobbiamo unire solidarietà e cooperazione, relazioni di comunità e professionalità. Per questo il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, la Piattaforma delle Ong per il Medio Oriente e la Tavola della pace hanno stretto un patto d’azione comune e hanno deciso di attivare una segreteria operativa comune a disposizione degli enti locali, delle Ong e delle associazioni.
Vogliamo agire in stretto rapporto con la Rete Europea degli Enti Locali per la pace in Medio Oriente, le Ong europee, l’Unione Europea, l’Unrwa, l’Undp e le altre organizzazioni dell’Onu.
Quinto. Sulla base alle informazioni raccolte in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati ci proponiamo di:
- definire e realizzare nella Striscia di Gaza un piano di interventi sociali e umanitari a partire dalle esperienze delle ong italiane e delle organizzazioni internazionali che operano da tempo nella Striscia e della rete delle città Euro-Gaza;
- promuovere la campagna di adozione a distanza delle bambine e dei bambini palestinesi;
- contribuire alla realizzazione del Programma italiano di sostegno alle Municipalita’ Palestinesi nell’area di Khan Younis;
- sviluppare le relazioni di solidarietà e di comunità con gli abitanti della Striscia;
- collaborare con le organizzazioni israeliane impegnate a portare aiuto alla popolazione di Gaza.
Sulla base dalle informazioni inviate dai cooperanti delle ong presenti nella Striscia di Gaza, le attività che riteniamo di poter realizzare da subito sono: attività di post-trauma, attività di assistenza a minori con problematiche sociali e di giustizia; attività in ambito socio-sanitario e di assistenza alle persone con disabilità provocate dalla guerra.
Queste attività potrebbero essere indirizzate a:
· bambini delle aree più disagiate e più colpite dalla guerra (ed in maniera ancor più particolare quelli costretti a vivere in tendopoli provvisorie);
- minori con problemi con la giustizia e senza una protezione sociale e familiare;
- minori e donne con trauma da post-conflitto; perdita di familiari, violenza, amputazioni, insicurezza, paura;
- minori in stato di anemia e di malnutrizione;
- minori ed adulti con amputazioni permanenti.
Il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, la Piattaforma delle Ong per il Medio Oriente e la Tavola della pace invitano tutti gli Enti Locali e le Regioni, le Ong e le associazioni ad operare insieme per il raggiungimento di questi obiettivi che sono parte di un più ampio programma di attività per la pace in Medio Oriente.
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