La città in rivolta contro le antenne USA
E’ arrivata la primavera a Niscemi. Hanno sfilato in
15 mila, guidati dal sindaco Giovanni Di Martino e dai rappresentanti dei
comuni vicini, i cittadini niscemesi che si ribellano all’ennesima barbarica
politica statunitense calata sugli abitanti. Si rivoltano contro
l’installazione del Muos (Mobile User Objective System) nella zona di Riserva
e Sic di contrada Ulmo, un progetto che prevede la trasformazione di un sito
di interesse naturale in avamposto militare e di guerra. Un territorio già
contaminato dalle onde elettromagnetiche delle 41 antenne della base
americana presente nella contrada dal 1991.
Hanno paura per la propria vita i cittadini di
Niscemi doppiamente vittime dei fumi tossici del vicino petrolchimico gelese
e delle onde elettromagnetiche emesse da installazioni trasmittenti per le
telecomunicazioni già presenti. “Non è comprensibile-dicono dal Comitato No
Muos- che questa mega antenna venga posizionata a soli due km dal centro
abitato mentre, in altre zone del pianeta, sono installate in zone desertiche
(sono tre in tutto il mondo)”.
Il rischio di patologie cancerogene, leucemie infantili e disastro ambientale
c’è tutto. “Stiamo ancora aspettando i dati dell’Arpa- dice Di Martino- per
verificare se la soglia di onde elettromagnetiche è già stata superata con le
antenne esistenti. Siamo preoccupati per la salute della nostra città e per
lo sviluppo ambientale. La città che rappresento oggi ha fatto una scelta
importante: ribellarsi a una probabile morte. Sono contrario
all’installazione del Muos, come la mia città, non ho mai pensato che questo
sistema potesse servire a Niscemi. E’ grave che per due anni il progetto è
stato nelle mani dell’assessorato regionale al territorio e ambiente, senza
coinvolgere i cittadini nell’ennesimo dramma siciliano. Quella di ieri è
stata solo la prima azione di protesta, chiedo al presidente Lombardo di
appropriasi delle prerogative del regime a statuto speciale che
contraddistingue la Sicilia
per bloccare il progetto. La nostra terra deve tornare ad essere terra di
pace”. L’onda della protesta è partita a Niscemi. Per domani il primo
cittadino ha convocato tutti i sindaci del territorio per istituire un
coordinamento e avviare iniziative comuni, per lo stesso giorno la
V Commissione Territorio e
Ambiente provinciale si riunirà simbolicamente a Niscemi ; azione comune
anche da parte del presidente del consiglio comunale della città Francesco
Alesci che per mercoledì 4
ha convocato a Niscemi un coordinamento
dei consigli comunali del territorio: “è un problema di tutto il territorio-
conferma Alesci- solo se siamo tutti uniti si potrà incidere”. La protesta
arriverà nei palazzi romani, comitati, sindaci e consiglieri stanno
organizzando gli autobus per fare un consiglio comunale davanti Montecitorio.
Il cambiamento è partito da Niscemi, una nuova aria potrebbe soffiare con i
colori della pace.
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