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Le associazioni antiracket di Napoli si assumono “l’impegno della memoria”

Di Aldo Cimmino il . Campania, Dai territori

Le associazioni antiracket
di Napoli hanno incontrato il presidente nazionale di Libera, don Luigi
Ciotti, insieme a Tano Grasso, presidente onorario della Fai. L’incontro,
che si è svolto nelle stanze del “Coordinamento Antiracket”, ha
visto anche la partecipazione dei referenti regionali di Libera Campania,
don Tonino Palmese e Geppino Fiorenza e della presidente dell’associazione
“San Giovanni a Teduccio per la legalità”, Silvana Fucito. Presenti
anche i rappresentanti di realtà associative nuove, in territori in
cui la lotta al pizzo è particolarmente difficile, come quelle di Trentola
Ducenta e di Santa Maria Capua Vetere, nel casertano. Ancora un passo
è stato compiuto verso il 21 marzo; un’impronta importante, quella
lasciata dal mondo dell’ antiracket napoletano, «che rappresentano
sempre l’eccezione in Italia, in una realtà in cui il numero delle
denuncie è assolutamente incommensurabile rispetto ad altre, però 
– denuncia Tano Grasso – avvertiamo nel nostro lavoro un’attenuazione
di questa spinta. Il fatto che si sia scelto di fare a Napoli la XIV
Giornata della memoria – continua Grasso – è una cosa di grande
aiuto per la città che attraversa un periodo di deficit di speranza».
Su questo tema, don Ciotti lancia una proposta invitando le associazioni
territoriali, come quelle antiracket che, continuamente, sono vicine
a tutti coloro che con coraggio denunciano, ad aprire il corteo del
21 marzo accompagnando i familiari delle vittime, quasi presi per mano,
proprio da coloro che sono vittime del racket e che sono parte di quelle
realtà associative che, concretamente, fanno la lotta alla camorra
scongiurando l’isolamento, l’unico pericolo che impedisce questa
resistenza e miete vittime. Il contrasto alle mafie si esprime attraverso
la memoria che è principalmente impegno.  E se la marcia è della
memoria in testa ci sono loro: i familiari di tutti quelli che, nel
migliore dei casi, sono stati uccisi per aver fatto il loro dovere,
oppure per sbaglio. La Giornata della memoria e dell’impegno «non
deve essere l’evento – precisa don Ciotti – ma un percorso che
si fa 365 giorni all’anno e che coinvolge sempre di più realtà del
nostro paese», perché le mafie non rappresentano solo un problema
trasversale dell’Italia ma anche un fenomeno globale, testimoniato
dall’adesione a Libera di associazioni di trenta nazioni diverse dell’Europa
geografica «perché se c’è un crimine che si globalizza – spiega
Ciotti – noi dobbiamo globalizzare il ruolo dei cittadini e delle
associazioni». E sono proprio quest’ultime a dare vita ad una realtà
nella quale «non c’è Luigi Ciotti – afferma il presidente di Libera
– ma c’è questo noi» della Fai, di Libera e di tante altre che
fanno la propria parte.

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