Intercettazioni, in Usa quella legge non sarebbe nemmeno pensata
“Poche parole: prepariamoci a forme di protesta estreme perché è in ballo il futuro stesso della democrazia italiana”. Furio Colombo,
oltre ad essere giornalista, scrittore e senatore della Repubblica è
stato anche insegnante di giornalismo alla Columbia University di New
York ed è uno dei pochi autentici conoscitori del sistema
costituzionale statunitense. Un Paese dove una norma come il disegno di
legge sulla limitazione della cronaca (quello che viene fatto passare
come “anti intercettazioni”) non potrebbe essere nemmeno pensato.
“Un
progetto estremamente preoccupante – spiega – con due effetti
terribili. Da un lato ci isolerà da ogni altro Paese democratico, dato
che una democrazia è tale se i limiti alla libertà di stampa sono
limitati alla sola natura penale. Dall’altro è un disegno che mira a
portarci drammaticamente fuori dal tracciato costituzionale, dato che
nella nostra Costituzione non vi è alcun punto e alcuna norma che
giustifichi la limitazione di due diritti fondamentali: quello di
informare e quello di sapere”.
Lei è stato il decano dei corrispondenti dagli Stati Uniti, Paese a cui la maggioranza dice di volersi ispirare…
“Ma
per piacere! Ma scherziamo? Guardi, vale per tutti questi discorsi
quanto scritto nel 1972 dal giudice della Corte suprema Hugo Black in
occasione dei pronunciamenti sul Watergate: “Il governo non potrà mai
porre alcun limite alla critica garantita dalla libertà di stampa,
questo affinchè la stampa resti per sempre libera di criticare il
governo”. E questo spiega una cosa”.
Cioè?
“Che
la democrazia si fonda sulla libertà di stampa. Si fonda. Non è
possibile altrimenti. Non a caso questa sentenza della Corte suprema
riflette il principio fondamentale voluto da Alexander Hamilton nel
1786. E che circa mezzo secolo dopo fece dire ad Alexander De
Toqueville: “Fondamentale per la democrazia degli Stati Uniti è la
difesa della libertà di stampa”. Con chiunque abbia parlato negli Stati
Uniti, dal più importante politico al meno interessato dei cittadini,
con chiunque di essi non ho mai sentito una sola parola contro la
libertà di stampa. Anzi: tutti sono paladini di questa che è la loro
libertà di conoscere e quindi di poter decidere”.
Scusi, ma allora perché questa reazione indignata non avviene anche da noi in Italia?
“Noi
siamo in condizioni precarie. La nostra democrazia è in condizioni
precarie. Questa legge è un pericolo massimo, perché potrebbe segnare
il punto di non ritorno verso una non-democrazia. Se abbiamo a cuore la
democrazia prepariamoci a una battaglia estrema”.
Da dove si comincia?
“Da
due percorsi estremamente urgenti e agili: inondare di email i membri
del Parlamento più sensibili al problema, soprattutto quelli della
maggioranza. Iniziare subito, ora, una raccolta di firme per fare
sapere che non saremo mai d’accordo con questo disegno che limiterà la
democrazia in Italia”.
Intercettazioni: il sacrificio intollerabile del diritto all’informazione – di Roberto Zaccaria / INTERCETTAZIONI, È UNA BATTAGLIA CHE POSSIAMO VINCERE – di Roberto Natale / Un RITORNO AL MEDIOEVO- di Vittorio Roidi/ INTERCETTAZIONI E DEMOCRAZIA ALL’ITALIANA- di Ugo Dinello / INTERCETTAZIONI E NON SOLO: UN PERCORSO INACCETABILE- di Mediacoop
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