Beni confiscati: taglio del nastro per Villa Falco e Pro Pentedattilo
Lo scorso
21 febbraio, a Pentedattilo e Melito Porto Salvo, due delle associazioni
della rete reggina di Libera hanno preso in consegna un bene confiscato,
alla presenza del Sindaco della cittadina grecanica, del Prefetto di
Reggio Calabria e del Presidente di Libera Don Luigi Ciotti.
Il primo
taglio del nastro è stato quello di Villa Placanica, adesso consegnato
all’Associazione Pro Pentedattilo, una onlus creata nel 1996 e impegnata
nelle attività di recupero culturale, artistico ed architettonico con
finalità di turismo sostenibile. Pentedattilo è un borgo antico nell’area
grecanica calabrese che, a seguito dello spopolamento degli anni 60,
ha vissuto un forte stato di abbandono e degrado, con la maggior parte
delle abitazioni semidistrutte sia per l’abbandono che per il conseguente
vandalismo, con una grave situazione ambientale e di illegalità. Fino
al 1994, quando un movimento spontaneo di “resistenza civile”, fatto
di persone, liberi professionisti e associazioni, decise di impegnarsi
affinché questo incantevole borgo di grande importanza naturale, culturale
e storica, non venisse perduto.
Da oltre
un decennio questa realtà realizza eventi educativi e formativi che,
attraverso il lavoro volontario, hanno dato un notevole contribuito
al recupero delle strutture nel borgo antico e nel paese nuovo. Inoltre,
grazie ai finanziamenti comunitari, è stato possibile impiegare manodopera
specializzata per un recupero strutturale del paese e il restauro di
alcune abitazioni private e dell’associazione stessa.
La seconda
struttura a beneficiare della consegna è stata “Villa Falco”, la
cooperativa della “Piccola Opera Papa Giovanni” (l’Associazione
fondata da Don Italo Calabrò nel 1968), ovvero una splendida esperienza
di lavoro, servizio e re-integrazione. Questa struttura, attiva dal
1988, si occupa di persone con disabilità e malattia mentale, ospita
dodici persone e ne cura la loro riabilitazione e inclusione sociale
attraverso laboratori espressivi e manuali. Ben due ricerche di impatto
sociale effettuate dimostrano che, essendo una struttura aperta (agli
ospiti è concesso di uscire liberamente) testimoniano la completa integrazione
degli ospiti nella vita della cittadina.
Secondo
gli operatori di Villa Falco “È importante per noi evidenziare la
nostra appartenenza alla rete di Libera, perché attraverso questo vogliamo
porre l’accento sulla natura del bene che andremo ad occupare, un
bene confiscato alla criminalità organizzata che grazie alla Legge
109/96 torna a servire la società in maniera onesta”.
Proprio
sul tema del riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati si era concentrato
il lavoro dell’anno appena scorso. Ricordiamo infatti il documento
prodotto e presentato lo scorso novembre in occasione della Carovana
Antimafie 2008.
Una giornata
insolita da queste parti ma che rappresenta un segno di come il “maltolto”
possa e debba essere restituito. Due esempi di società responsabile
che preserva e difende i diritti della propria gente e della propria
terra, come sottolinea il Prefetto Musolino “il diritto di vivere
da cittadini liberi, e non da sudditi, passa innanzitutto dalla consapevolezza
di esserlo”,
“Calabresi
è il nome di un popolo – conclude Don Ciotti prendendo in prestito
e traducendo le parole della giovane casalese Raffaella – non di un
clan e siamo stanchi di doverci vergognare di questa definizione”.
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