Precario
Leggo nel vocabolario etimologico: “Precario, da prex = preghiera (prece). Propriamente: Ottenuto con preghiere, frutto della preghiera. Che si esercita con permissione, per tolleranza altrui, quindi che non dura sempre, ma quanto vuole il concedente e per estensione: Che ha poca durata, temporaneo, non stabile”. Scopriamo così che il precario nasce nel medioevo quando il contadino era costretto a supplicare il feudatario di rinnovargli la concessione della terra da coltivare per trarne frutto. Una preghiera rivolta agli uomini e non a Dio non è “il respiro dell’anima” ma il segno drammatico del degrado della persona la cui sopravvivenza dipende dalla volontà di chi abita il gradino superiore della scala sociale. Nella nostra epoca questo degrado è diventato ordinario e non si ascoltano grida di scandalo per questo stravolgimento che ci riporta indietro nel tempo e ci fa irridere a diritti che sembravano acquisiti come frutto di lotte e conquiste. Anche quei diritti sono ridotti ad essere flessibili, precari.
da mosaico di pace
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