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Viva Radio Onda Pazza. Viva Radio Siani

Di Sandro Di Domenico il . Campania, Dai territori

Non è ancora nata, ma ha già fatto discutere di sé Radio Siani:
stampa, politici, associazioni e semplici cittadini. Una radio libera
in territorio di camorra. Questo era il sogno di un gruppo di ragazzi
forse troppo idealisti, realizzato con un esperimento di successo a San
Giovanni a Teduccio, materializzatosi con il nome di Radio Onda Pazza,
ma sul punto di svanire. A San Giovanni come altrove, dove si sarebbe
voluto esportare il progetto col nome di Radio Siani. Perché se sulla
carta una radio anti-camorra è la crociata di tutti, per il portafogli,
non ultimo quello troppo spesso bucato delle istituzioni, può diventare
un problema. Alla fine una buona stampa, il quarto potere, l’ha fatto
diventare un problema di immagine. Aiutando per una volta, a smuovere
le acque, ma il peggio non è ancora passato del tutto.

Può una radio anti-camorra chiudere senza nemmeno aver incominciato a trasmettere?
Sì, se conta sui finanziamenti della Regione Campania. Questa è la
vicenda di «Radio Giancarlo Siani», già Radio Onda Pazza e un nome
simbolo della lotta alla «gomorra» napoletana. Radio in attività in uno
dei quartieri più difficili della città, San Giovanni appunto, dove le
difficoltà per lo più economiche, al contrario di quanto si sarebbe
potuto immaginare, spuntano quasi subito. Con la crescita del progetto,
quando Onda Pazza tra le sue denunce scomode, è costretta a lanciare un
appello per trovare il denaro necessario a continuare le trasmissioni
avendo prosciugato in poco tempo il già esiguo conto-corrente. La
richiesta di aiuto del circolo Arci Peppino Impastato, che gestisce la
radio ispirandosi non a caso all’esperienza della storica Radio Aut di
Cinisi, attira l’attenzione del presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano e del governatore, Antonio Bassolino.

Una radio anti-camorra non può sparire nel nulla per poche lire.
E proprio Bassolino prende il caso a cuore, aiuta i ragazzi a
presentare una domanda di finanziamento in Regione e ottenere una
sovvenzione per la radio. In tutto 7 mila euro, adoperati dai ragazzi
per pagare le attrezzature e le spese di gestione del progetto. «Senza
gonfiare fatture o inventarne di nuove» per far cassa racconta il
presidente dell’associazione, Michele Langella: «Lo fanno tutti forse
ma noi no, perché ci teniamo alla corretta gestione e utilizzo dei
fondi e della cosa pubblica».

A distanza di sei mesi però i fondi destinati alla radio non arrivano
e il circolo Impastato, tra i pochi centri sani di aggregazione in un
quartiere duro come San Giovanni è costretto a «indebitarsi ancora di
più per poter pagare i fornitori delle attrezzature». Informato della
situazione, Bassolino interviene di nuovo a perorare la causa della
liquidazione con gli uffici della ragioneria regionale.

Intanto le attività del circolo Impastato rischiano di saltare.
Programmi culturali organizzati nelle scuole come sul territorio della
provincia difficile con il puro spirito del volontariato. Progetti tra
cui spiccava l’inaugurazione di Radio Giancarlo Siani, altro presidio
di legalità in terra di camorra, in un appartamento confiscato al clan
Birra di Ercolano. E ora a rischio. A meno che l’ultima richiesta di
aiuto dei giovani dell’Arci (http://www.radioondapazza.it) non smuova
il buon cuore di qualche privato, o la burocrazia delle casse
regionali. Perché la risposta dei politici all’ultima emergenza fino a
poco tempo fa era stata ancora una volta la stessa. «Presentate un
progetto in Regione». E campa cavallo.

Fortunatamente dopo il rilievo dato dai media al caso,
il presidente della Regione, Bassolino, ha scritto ai ragazzi un’ultima
volta assicurandogli il sostegno economico della Fondazione banco
Napoli nelle loro iniziative di formazione per i bambini di San
Giovanni. E mentre la giunta di Nello Daniele, a Ercolano, ha reso noto
che farà di tutto perché le attività di Radio Siani non subiscano
ulteriori ritardi e le trasmissioni comincino al più presto, il
governatore della Campania ha garantito che insieme agli altri fondi
bloccati nel secondo semestre del 2008 per rispettare i vincoli del
patto di stabilità campano, anche il vecchio finanziamento per il
progetto della radio arriverà a destinazione in questi giorni.

Visti i precedenti, l’attenzione resta alta
e il sostegno economico e morale benvenuto. Per il momento un risultato
tangibile è la designazione di Radio Onda Pazza come radio ufficiale
dei due incontri di marzo, a Napoli e a Casal di Principe, per la XIV
Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle
mafie organizzata da Libera.

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