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Appalti, scoppia il caso “Setola”
anche al Comune di Pignataro Maggiore

Di Enzo Palmesano il . Campania, Dai territori

Un “caso Setola” anche per gli appalti del Comune
di Pignataro Maggiore, dove in due occasioni negli ultimi giorni la
“soglia di anomalia” in due diverse gare
è stata calcolata tenendo presente l’offerta della
“General impianti sas di Pagano Massimiliano”, impresa sottoposta
a sequestro dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli il 14 gennaio
2009. La questione è stata, con una specifica domanda, portata all’attenzione
del sottosegretario al ministero dell’Interno, Alfredo Mantovano (An),
nel corso della conferenza stampa tenutasi in data 30 gennaio 2009 a
Pignataro Maggiore, città tristemente nota come la
“Svizzera della camorra”. Alfredo Mantovano (accolto dal sindaco
Giorgio Magliocca, capogruppo di An al Consiglio provinciale, e con
alla sua destra il senatore Gennaro Coronella, testimone di nozze dello
stesso Magliocca) non ha voluto precisare, al fine
– ha detto – di non comprometterne gli eventuali esiti, se siano
in corso accertamenti del ministero dell’Interno sulla presenza della
“General impianti sas” a Pignataro Maggiore e in altri centri della
provincia di Caserta, oltre che per i
famosi lavori commissionati dall’Amministrazione provinciale. Presente
alla passerella pignatarese del sottosegretario all’Interno pure un
altro parlamentare di An, l’ex ministro Mario Landolfi, del quale il
sindaco Magliocca fu consigliere giuridico al ministero. In precedenza,
Mantovano era stato a Casapesenna, Comune doppiamente gemellato con
Pignataro Maggiore: anche nella città
dell’Agro aversano c’è un sindaco di An e il dirigente dell’ufficio
tecnico è lo stesso della città dell’Agro caleno, l’ingegnere Girolamo
Parente, che nelle sue mani assomma un enorme potere. Una scelta
– la visita nella stessa mattinata
del sottosegretario nei due Comuni
“difficili”, governati da camerati
di partito – che agli osservatori politici non
è apparsa casuale e comunque foriera di ulteriori analisi.

La prima
delle due gare d’appalto alle quali
è stata ammessa la “General impianti sas”
è quella relativa ai lavori di adeguamento e potenziamento dell’impianto
di pubblica illuminazione comunale, come da verbale del servizio tecnico
del Comune di Pignataro Maggiore del 12 gennaio 2009; importo a base
d’asta di 283.777,03 Euro. La seconda gara d’appalto, invece, si
è svolta il 14 gennaio 2009 e riguarda
il completamento dell’impianto sportivo polivalente in località
Monteoliveto; importo a base d’asta di 146.757,45 euro.

In nessuno
dei due appalti la ditta riconducibile al gruppo Setola
– appunto la “General impianti sas di Pagano Massimiliano” – ha
vinto la gara, ma non per questo sono inutili accertamenti in merito,
visto che l’impresa in questione potrebbe avere rapporti (di affari,
di cartello per l’occasione pignatarese, di affiliazione camorristica)
con qualche altro imprenditore finora sfuggito alla vigilanza delle
Autorità competenti, a cominciare – va da sé
– da quella dei severi e occhiuti inquilini di Palazzo Scorpio, sede
dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore. E, in ogni caso,
l’ammissione della “General impianti sas” alla due gare di appalto
pignataresi – contribuendo con le sue offerte alla maturazione della
“soglia di anomalia” – dimostra che ci si
è accorti del “caso Setola” solo dopo che l’impresa
è stata sottoposta a sequestro da parte della Direzione distrettuale
antimafia. L’opinione pubblica di Pignataro Maggiore e dell’intera provincia
di Caserta attende le valutazioni del ministero dell’Interno sul
“caso Setola”, oltre che su tutto il resto. Nel corso della conferenza
stampa si è appreso che potrebbe essere proprio il sottosegretario
Alfredo Mantovano a rispondere all’interrogazione del Pd
– primo firmatario il deputato Pina Picierno
– sul “caso Magliocca”; un’interrogazione nella quale vengono
rivolte dure accuse al sindaco di Pignataro Maggiore.

La conferenza
stampa del 30 gennaio 2009 del sottosegretario Alfredo Mantovano ha
fatto tornare d’attualità le riflessioni su un’altra conferenza stampa,
quella tenutasi sempre a Pignataro Maggiore l’11 giugno 2007, quando
a dare man forte a Magliocca vennero l’attuale sottosegretario forzista
Nicola Cosentino e i parlamentari di An Mario Landolfi e Gennaro Coronella.
Allora Cosentino, Landolfi e Coronella attaccarono la stampa che si
ostinava a portare avanti investigazioni giornalistiche sul
“caso Magliocca” – in forte difficoltà
per lo scandalo relativo ai beni confiscati alla camorra – e profetizzarono
che mai la prefettura di Caserta avrebbe nominato una commissione d’accesso
a carico dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore; profezia
rivelatasi, fino alla visita di Mantovano, azzeccata. Nessuna profezia,
invece, fu azzardata da Cosentino,
Landolfi e Coronella sul lavoro dei valorosi magistrati della Direzione
distrettuale antimafia di Napoli che si stanno occupando del
“caso Pignataro Maggiore”. 

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