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Racket del caro estinto: ecco cosa succede a S.Maria Capua Vetere

Di Pietro Nardiello il . Campania, Dai territori

All’alba di ieril’Italia
ha saputo che nella terra del clan dei casalesi esiste anche un racket
sul caro estinto.  ALl’ospedale civile di Caserta i dipendenti
della sala mortuaria, dicono gli inquirenti, avvisavano dell’avvenuto
decesso alcune ditte “convenzionate” con la struttura in cambio,
ovviamente, di regalie.  Adesso diciassette persone sono finite
in cella , cinque agli arresti domiciliari , mentre altre undici hanno
ricevuto una ordinanza interdittiva. Una vera e propria associazione
per delinquere che teneva fuori dal gioco le imprese funebri che non
accettavano queste regole. 

Fenomeno circoscritto? Tutt’altro,
ecco che cosa accade nel nosocomio di Santa Maria Capua Vetere. 
In questa struttura la volontà del personale è quella di riconsegnare
il caro estinto alla famiglia, facendo risultare che lo stesso venga
dimesso per volontà dei  parenti che rinunciano alle ultime ed
inutili cure. Già qualche giorno prima, quando per il povero malcapitato
sembrano non eserci più speranze di sopravvivenza, ai familiari si
avvicinano gli infermieri della struttura che consegnano un bigliettino
da visita, “casomai dovesse sevire, sapete, ma speriamo sempre che
non ce ne sia bisogno”. Si tratta di un servizio ambulanza, operativo
24 ore su 24 che ti offre il “trasporto ammalati in Italia e all’estero”,
con sede proprio a Caserta. Ma aldilà del suggerimento offeto dagli
infermieri, l’ospedale è tappezzato di bigliettini da visita di questa
ditta, anche nella pubblicità esiste, stranamente, un regime di monopolio. 

Quando poi l’irreparabile
accade, e l’ammalato è passato a migliore vita, prima di quella telefonata
che non vorresti ricevere mai, il servizio di trasporto è già stato
avvisato, “mi sono permesso, così fate prima e vi portate il defunto
subito a casa”. Come d’incanto il costo di 70 euro lievita, improvvisamente
a  100 e tutto, ovviamente, senza il rilascio di alcuna fattura. 

Si passa poi al servizio funebre
che in questo Paese del casertano costa, per un semplice funerale classico,
intorno ai 2.200 2.400 euro. Servizio offerto? E presto detto: bara
di legno imbottita, manifesti, anche per la cerimonia del Trigesimo,
comunicazione al Comune, trasporto per l’ultimo viaggio e “mance”,
mai quantificate “al giovane ragazzo che ha vestito con abiti pultiti
la salma e agli operai del comune addetti a sepoltura o tumulazione.
Fatturazione? Certo, ma solo per la cifra che lo Stato ti consente di
detrarre dalla  dichiarazione dei redditti. Per finire, un occhio
anche al contratto Enel, per offrire luce perpetua dinanzi alla lapide:
maggiore di una ventina di euro rispetto ai comuni di altre Regioni
e chissà poi perché.

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