NEWS

Casapesenna, una banca nella casa del boss

Di Pietro Nardiello il . Campania, Dai territori

E’ la notte di San Silvestro,
la popolazione festeggia mentre l’attenzione dei mass media è capire
come si saluta il nuovo anno nel centro storico di Napoli. Le telecamere
di una tv privata sono a Forcella, quattro giovani mostrano una pistola,
uno di loro esplode alcuni colpi in aria. A qualche chilometro in linea
d’aria, nei Quartieri Spagnoli un ragazzo di 23 anni, Nicola Scarpa
perde la vita perché colpito da un proiettile vagante mentre si affaccia
dal balcone di casa. Gli inquirenti sostengono, grazie ad alcune testimonianze,
che l’arma da cui è stato esploso il colpo mortale sarebbe stata
impugnata dalla giovanissima Manuela Terracciano figlia di un boss della
zona.

Anche a Casapesenna, in provincia
di Caserta, nel paese di uno dei latitanti più pericolosi d’Italia,
Michele Zagaria, si festeggia il nuovo anno impugnando armi da fuoco.
Quindici colpi di pistola vengono esplosi contro i vetri antiproiettili
della banca Popolare di Bari, in corso Europa a pochi passi dal Comune.
Saranno però gli impiegati dell’Istituto ad accorgersi dei vetri
infranti e ad avvisare le forze dell’ordine. Normalità, una bravata
annoteranno le cronache. In terra di Camorra sembra sia molto facile
impugnare un’arma e fare fuoco. Nonostante tutto, i carabinieri della
compagnia di Casal di Principe avviano comunque un’indagine.  

Quella Banca, però, è ubicata
in un immobile confiscato nel ’98 a Michele Zagaria all’epoca del
sequestro intestato alla famiglia Reccia ritenuta prestanome del boss.
Un fabbricato a due piani fuori terra ed uno interrato, della superficie
di 850 metri quadrati. Quando viene sequestrato nell’immobile è collocata
una sede di una filiale del Banco di Napoli che così paga l’affitto
al boss. Probabilmente anche questa sarà una chiave di lettura che
aiuta a comprendere come mai le casse del clan hanno sempre della liquidità
a portata di mano per concludere i propri affari anche quando gli istituti
di credito sono chiusi.

L’immobile dopo la confisca
definitiva viene consegnato nell’agosto del 2000 al Comune, già sciolto
per infiltrazione camorristica nel ’91 e poi nel ’96, con l’obbligo
di adibire la struttura a casa per anziani, ad uffico della protezione
civile e, “ove non fosse stato possibile reperire altra struttura”
a sede del Banco di Napoli. L’allora sindaco forzista Fortunato Zagaria, 
in carica per due legislature ed attuale vice sindaco nella giunta guidata
dall’alleanzino Giovanni Zara, preferisce confermare il contratto
di affitto all’istituto bancario forzando, così, quanto previsto
dalla legge 109 del  ’96 che regolamenta il riuso sociale dei
beni confiscati e che non prevede affatto una finalità lucrativa. Il
Banco di Napoli lascia il passo alla Popolare di Bari, (si tratta dell’unico
istituto di credito del Paese) che apre anche uno sportello a Casal
di Principe, mentre ai piani superiori il Comune li affida alla Caritas
e alla Protezione Civile proseguendo, però, a riscuotere l’affitto
dall’Isttuto di Credito.  

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link