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“Processo dei Pasticcini”: tutti assolti
sconfitta per il “Partito della centrale”

Di Enzo Palmesano il . Campania, Dai territori

“Il fatto non sussiste”: con
questa motivazione il giudice monocratico del Tribunale di Santa Maria
Capua Vetere, dottoressa De Felice, ha assolto tutti gli imputati del
cosiddetto “processo dei pasticcini”.
“Abbiamo sempre espresso piena fiducia nella magistratura”, ha detto
subito dopo la sentenza l’avvocato Salvatore Piccolo (di Luigi), che
aveva smontato il fragile castello accusatorio unitamente agli altri
avvocati del collegio di difesa, Annalisa Senese e Raffaele Scialla.
“In Italia – ha aggiunto l’avvocato Salvatore Piccolo (di Luigi)
– non ancora costituiscono reato la libera espressione del pensiero
e ogni forma di iniziativa democratica e di pacifico dissenso politico
e sociale. E’ una sonora lezione per il denunciate, l’ex sindaco forzista
di Sparanise, Antonio Merola”.

E’ stata
quindi scritta la parola fine, con la formula assolutoria più
ampia, sul “processo dei pasticcini”
orchestrato a carico di dodici persone, per lo più
giovani di Pignataro Maggiore, Calvi Risorta, Vitulazio e Sparanise
che fanno capo al centro sociale pignatarese
“Tempo rosso”. Il procedimento penale prese inizio da una denuncia
dell’allora sindaco forzista di Sparanise, Antonio Merola, corroborata
da testimonianze di persone appartenenti alla sua stretta cerchia politica
ed amicale e da una allarmistica interrogazione parlamentare dell’ex
senatore berlusconiano Emiddio Novi. I giovani – che erano impegnati
in una dura battaglia contro la centrale termoelettrica, mostro sponsorizzato
da Merola e dal suo capo, l’attuale sottosegretario forzista Nicola
Cosentino – furono accusati di furto aggravato e danneggiamento, essendo
stati protagonisti il 24 febbraio 2002 di una pacifica azione di protesta
(la semplice distribuzione di un volantino) prima dell’inizio del
congresso cittadino di Forza Italia, in una sala aperta al pubblico
quale è l’aula consiliare del Comune di Sparanise. L’imputazione
di furto aggravato nasceva dall’accusa secondo la quale i giovani,
dopo aver protestato contro la centrale termoelettrica e le politiche
di Forza Italia e del governo Berlusconi, avrebbero assaggiato i pasticcini
del buffet preparato per relatori ed ospiti del congresso forzista;
da qui la definizione di “processo dei pasticcini”
o di “processo delle pastarelle”. Una incredibile speculazione giudiziaria
e propagandistica orchestrata da Forza Italia.

Inutile
dire che il “processo dei pasticcini”
ha suscitato severe critiche all’indirizzo del denunciante Antonio
Merola da parte dell’opinione pubblica; e a livello nazionale il divertimento
è stato unanime al pensiero che in
una Terra di Lavoro dove c’è la più
alta concentrazione d’Europa di gravi reati l’ex sindaco forzista
volesse prendersela con una pacifica iniziativa di protesta di un gruppo
di giovani. Senza contare che un’eventuale condanna avrebbe avuto
effetti devastanti per giovani incensurati, con un certificato penale
dove sarebbero comparse senza altre specificazioni il
“furto” e il “danneggiamento”; e nessuno avrebbe saputo se si
fosse trattato del presunto assaggio di pastarelle a un congresso paesano
di Forza Italia o dell’appropriazione di centinaia di milioni dalla
vetrina di una gioielleria dopo aver frantumato con una pala meccanica
una barriera blindata. L’assoluzione dei giovani
è una pesante sconfitta per il “partito della centrale termoelettrica”. 

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