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La teoria dell’equivicinanza

Di Tonio Dell'Olio il . Internazionale

In questi giorni mi capita frequentemente di discutere con tanta gente
della tragedia in corso nella Gaza Strip. Altrettanto frequentemente mi
sento rivolgere l’accusa di essere poco equidistante o troppo
equidistante rispetto ai due popoli e alle violenze usate dai
palestinesi e dagli israeliani. Il giudizio ovviamente cambia a seconda
delle posizioni dell’interlocutore. Non vi nascondo che questo è
puntualmente avvenuto anche nel corso di qualche mia partecipazione a
trasmissioni radiofoniche o a interviste.
In un conflitto tanto evidentemente sproporzionato nessuno che abbia un
briciolo di buon senso può parlare di equidistanza a fronte del numero
delle vittime, dell’efferatezza del fuoco, delle distruzioni e
dell’odio che si sta seminando nel terreno della storia. Credo
piuttosto che si dovrebbe parlare di equivicinanza. Equivicinanza a
tutte le vittime sempre. Al di là del passaporto che hanno in tasca,
dell’appartenenza nazionale, etnica, razziale, politica, ideologica…
L’equivicinanza ti fa scegliere di stare dalla parte delle vittime
biasimando tutti coloro che ricorrono all’uso della forza e che credono
che la violenza possa risolvere qualcosa. Stare contro coloro che
continuano a ritenere che anche la morte di un solo bambino (purché
della parte avversa) possa essere un sacrificio necessario per il
raggiungimento del proprio obbiettivo di sicurezza, di autonomia, di
riconoscimento…

L’equidistanza ti porta a non prendere posizione, l’equivicinanza ti
muove verso gli sconfitti. L’equidistanza ti lascia comodamente nel
salotto di casa tua mentre l’equivicinanza non ti lascia dormire la
notte e ti inquieta fino a quando non avrai fatto tutto il possibile
perché l’orrore finisca.
L’equidistanza pensa agli effetti diplomatici e politici delle tue
parole e stai attento a non pronunciare frasi che rovinino le tue
amicizie. L’equivicinanza dice pane al pane e vino al vino perché solo
la verità senza annacquamenti può aiutare tutti e tutte a rendersi
conto della realtà e a risparmiare vite umane.
L’equidistanza giura a se stessa di citare le vittime israeliane ogni
volta che si contano gli uccisi palestinesi. L’equivicinanza non teme
di chiamare genocidio quello che sta avvenendo a Gaza e sa che i razzi
di Hamas sono il terrore delle popolazioni al confine e che sono
puntati contro la speranza. Non aiutano a far comprendere la causa
palestinese alle coscienze del mondo.
L’equidistanza ti fa guardare da lontano e superpartes obiettivi,
statistiche e numeri freddi. L’equivicinanza ha il coraggio di
ascoltare tutte le storie e di chiamare per nome le vittime.
L’equidistanza c’è già nel vocabolario italiano e pertanto è stata
sperimentata tante volte con i risultati che sono sotto gli occhi di
tutti. L’equivicinanza è sottolineata in rosso anche dal programma del
pc e pertanto è soluzione creativa che potrebbe introdurre un elemento
di novità nella soluzione di ogni stupida guerra.

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