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La mia Corleone

Di Giuseppe Crapisi il . Dai territori

Corleone è un paese di circa 11.000 abitanti che dista una cinquantina
di Km da Palermo. Un paese che è famoso in tutto il mondo per essere
stato il simbolo della mafia. Un paese che per mezzo secolo è stato
protagonista di due guerre di mafia, una tra i corleonesi, quando prese
il potere Luciano Liggio contro il Dott. Michele Navarra, e l’altra tra
i corleonesi e la vecchia mafia palermitana, per poi essere
protagonisti dell’attacco allo Stato Italiano con gli attentati ai
giudici Falcone e Borsellino e altri in varie parti d’Italia.
Protagonista perché i corleonesi, quindi nati in questo paese, sono
riusciti a scalare il governo di Cosa Nostra. Luciano Liggio, Totò
Riina, Leoluca Bagarella e Bernardo Provenzano sono i corleonesi !!!
Nomi pesanti che hanno diretto l’organizzazione criminale più potente
non solo dell’Italia ma del mondo.

La mafia che ha avuto non solo il
controllo del territorio in Sicilia, ma che aveva anche collaborazioni
con altre organizzazioni criminali internazionali, come quelle per il
traffico di droga, di armi e poi l’antico sodalizio con la mafia
americana. Ma se questa è la realtà i media hanno fatto il resto,
idealizzando il concetto che Corleone è simbolo di mafia, dai Tg
martellanti e a senso unico nel mostrare la
Corleone omertosa al film più conosciuto al mondo che è “Il Padrino” di
Francis Ford Coppola. Ma nella realtà cosa è Corleone?

Corleone oggi è
un paese “tranquillo” cioè un paesino della Sicilia dove c’è la presenza della mafia, dove tutti sanno chi è il mafioso e
loro sanno chi sei tu; ma Corleone non è solo mafia, c’ è la Corleone
dei giovani che lavorano nei terreni confiscati alla mafia, c’è una
Corleone dell’associazionismo dove i giovani si incontrano per fare
danza come la NAG, per suonare come Banda Musicale, per fare teatro con
due compagnie teatrali, per fare palestra o perché no come noi di
Dialogos per scrivere e fare informazione.

Poi c’è la Corleone di chi
ha ancora il ricordo della mafia che sparava, quando ogni sera non si
usciva dopo le 18:00 perché c’èra una sparatoria con morti ammazzati. L
a maggior parte dei corleonesi, quelli semplici, il popolo, non è
colluso con la mafia, non ha niente a che fare con loro, si alzano la
mattina presto per lavorare ecc… ma sono solo sicuramente indifferenti,
cioè si fanno i fatti loro. Ma una nuova generazione di adolescenti ha
più coraggio nati negli anni 90, i quali non hanno conosciuto quei
fatti tragici e sono cresciuti con l’esperienza dei terreni confiscati
alla mafia e con percorsi di legalità.

Certamente ancora ci sono i
giovani che si fanno ipnotizzare dalla mafiosità. Infine c’è un pezzo
della città che porta ossequio ai mafiosi e ancora sono davvero tanti.
Questa è la Corleone, un paese come i tanti della Sicilia anzi più
speciale, con un popolo accogliente, caldo, ma che per troppi anni ha
dovuto saper convivere con la mafia e tutto ciò che comporta. Penso che
oggi Corleone però ha saputo dimostrare che ci può essere riscatto.
Insomma io credo che in tutte le cose non c’è il nero e il bianco ma ci
sono infinite sfumature di colori e per capire un fenomeno bisogna
conoscere questa scala di colori.

www.corleonedialogos.it

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