La Tavola della pace diffonde la prima Risoluzione dell’Onu
La Tavola della pace, accogliendo
con soddisfazione la
prima Risoluzione dell’ONU che chiede l’immediato cessate il
fuoco a Gaza,
rinnova l’invito a partecipare
alla
Manifestazione
che si svolgerà sabato 17
gennaio ad Assisi alle ore 10.00,
e diffonde il commento del Professor Antonio Papisca dell’Università
di Padova unitamente al testo della risoluzione tradotto in italiano.
Commento di Antonio Papisca alla Risoluzione 1860 adottata dal Consiglio
di Sicurezza nel corso della 6063° sessione, 8 gennaio 2009
La Comunità Internazionale,
attraverso la sua più alta e legittima espressione istituzionale, l’ONU, ha
finalmente trovato il modo di far sentire la propria voce sul massacro in atto
nella Striscia di Gaza.
La Risoluzione del Consiglio di
Sicurezza, composto di 15 membri di cui 5 con seggio permanente e potere di
veto, è stata approvata con 14 voti a favore. Il paventato veto degli Stati
Uniti non c’è stato: al suo posto, l’astensione.
Tra le Risoluzioni espressamente
richiamate nel preambolo della Risoluzione 1860, c’è la n.242 del 1967,
riguardante il ritiro di Israele dai Territori occupati.
Nella Risoluzione 1860 si intima
la cessazione delle ostitilità, la messa in atto di una tregua, l’apertura e la
garanzia di corridoi umanitari per la somministrazione di aiuti, il ritiro da
Gaza di tutte le truppe israeliane.
Segue la ferma condanna di
tutte le violenze e ostilità dirette contro i civili, e di tutti gli atti di
terrorismo. C’è anche il riconoscimento esplicito degli sforzi intrapresi da
stati arabi: si fa dunque implicitamente pressione perché l’Egitto, l’Arabia
Saudita e la stessa Lega
degli Stati Arabi si riscattino dalle lentezze se non addirittura dalle inerzie
del passato anche recente.
Particolare sottolineatura merita
il punto 8 della Risoluzione che ribadisce la preconizzazione, già espressa in
precedenti Risoluzioni, di una regione in cui due Stati democratici, Istrale e
Palestina, “vivano fianco a fianco in pace”. C’è infine un cenno al
“Quartetto” (Usa, Russia, ONU, UE) nell’auspicata prospettiva di un
incontro internazionale da tenere a Mosca già nel corrente anno.
La Risoluzione 1860 costituisce
un passo importante, cui devono seguirne altri. L’ONU deve trasferire la sua
volontà dal Palazzo di Vetro direttamente sul campo, cioè con una adeguata
presenza in risorse umane e materiali nell’area investita dal conflitto
israelo-palestinese. La presenza ‘fisica’ dovrà essere non soltanto di
interposizione tra le parti, ma di attiva collaborazione con esse nella
costruzione della “regione della pace” quale esempio per altre
martoriate regioni del mondo. E l’Unione Europea, quale “attore civile
globale” particolarmente impegnato nella Unione per il Mediterraneo, deve
stare e operare, con una “sola voce”, a fianco delle Nazioni Unite.
“Il male ha sempre un volto
e un nome: il volto e il nome degli uomini e delle donne che lo scelgono”:
così ammoniva Giovanni Paolo II nel suo Messaggio (l’utimo) per la Giornata
mondiale della Pace del 1 gennaio 2005, sottolineando allo stesso tempo che al
male deve rispondersi con il bene.
Parafrasando: alla guerra non si
risponde con la guerra alla guerra, ma alla legge della forza si risponde con
la forza della legge. C’è un ‘nuovo’ Diritto internazionale, nel suo insieme
buono e giusto, che prende origine dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla
Dichiarazione universale dei diritti umani. E c’è un complesso sistema di
istituzioni multilaterali, con al centro l’ONU, deputate a garantire
l’attuazione di tale Diritto. Le si faccia funzionare, riformandole ove
necessario e democratizzandole.
Anche il bene ha sempre un volto
e un nome: il volto e il nome degli uomini e delle donne che lo scelgono. Anche
la Risoluzione 1860 sollecita i facitori del bene della pace che vengano allo
scoperto, con determinazione, una volta per tutte. C’è urgentissimo bisogno di
una classe governante mondiale che abbia nella mente e nel cuore, per tradurli
nei fatti, i principi della Carta delle Nazioni Unite e del Diritto
internazionale dei diritti umani, comprendente, tra le altre, anche la
Convenzione internazionale sui diritti dei bambini di cui ricorre quest’anno il
20° anniversario dell’approvazione ad opera dell’Assemblea generale delle
Nazioni Unite. Anche i bambini uccisi a Gaza erano titolari di diritti
fondamentali internazionalmente riconosciuti, a cominciare dal diritto alla
vita.
Padova, 9
gennaio 2009
In allegato:
Testo tradotto in italiano della Risoluzione 1860 adottata dal Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite nel corso della 6063° sessione, 8 gennaio 2009
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