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L’Editoriale

Di Roberto Morrione il . Interviste e persone

Riavviando
la nostra presenza editoriale nel primo scorcio del 2009 vorremmo parlare
solo delle tante scadenze che sono di fronte a Libera Informazione sul
terreno della legalità e contro le mafie.

Ci sono però
due temi così inquietanti , anche se diversi, da pesare oggi come macigni
su qualsiasi specifico impegno civile e sociale. Non vogliamo e non
possiamo evitarli, perché bussano alla nostra coscienza, prima che
alla ragione. Il primo è quanto sta accadendo a Gaza, dove il massacro
della popolazione civile causato dall’offensiva israeliana e la disumana
condizione a cui sono costretti oltre due milioni di palestinesi, come
in un’immensa prigione, pongono un drammatico interrogativo ai governi,
alle istituzioni internazionali, all’opinione del mondo. Far cessare
la guerra, imporre almeno una tregua duratura per costruire le condizioni
di un dialogo, al di là delle enormi responsabilità delle due parti
in conflitto e dei soggetti internazionali che avrebbero dovuto intervenire
ben prima o delle angoscianti prospettive che si aprono nel futuro del
Medio Oriente e della sicurezza di tutti, è un imperativo imposto da
elementari  ragioni di umanità. Il monito e l’appello lanciato
dalla Tavola della Pace, al quale aderiamo senza riserve e che pubblichiamo,
richiama quei diritti all’esistenza e alla pace che sono alla base
di tutti gli altri diritti. Non possiamo non osservare invece come l’informazione
nel nostro Paese, a partire dai TG, con ben poche eccezioni, anteponga
ancora le analisi politiche, le posizioni ideologiche, lo schierarsi
acritico, alla onesta descrizione di quanto di orribile e inaccettabile
sta accadendo.

Il secondo
tema,  direttamente connesso all’impegno di Libera Informazione,
è la questione morale. Le inchieste della magistratura, che hanno investito
come una tempesta alcune amministrazioni del centro-sinistra ed esponenti
del PD, vanno ben al di là dell’aspetto giudiziario, da verificare
caso per caso, comunque relativo a un’esigua minoranza dinanzi a migliaia
di amministratori onesti che affrontano correttamente la responsabilità
assegnata loro dai concittadini. Si pone invece in evidenza qualcosa
di più grave, che ha investito e corrotto la politica nel suo ormai
evidente distacco dal Paese, dalla società civile, dai problemi dei
cittadini, in una sorta di generale deriva del costume e dell’etica
di fronte all’obiettivo di esercitare il potere a ogni costo, di procurarsi
uno “status” personale di protagonismo, di allearsi in una politica
di scambio con imprenditori potenti e spregiudicati, o a volte addirittura
pregiudicati, come nel caso dei Romeo e dei Ligresti. Un male sottile
che si è insinuato in chi, a sinistra, era pur erede di una tradizione
di pulizia morale e anche di una reale diversità di scelte e di comportamenti
orgogliosamente rivendicata. Problemi enormi,  dei quali non si
può non vedere il peso sui percorsi di legalità che vanno conquistati
non solo nelle regioni meridionali occupate dalla sub-cultura dell’omertà,
dell’indifferenza, nella contiguità e nella complicità offerte alle
mafie da segmenti sempre più ampi del personale politico e amministrativo.
Ricambio dei gruppi dirigenti nei territori e al centro, radicale pulizia,
rinnovamento, riorganizzazione, con i fatti e le scelte operative, non
a parole, ma soprattutto una profonda, spietata analisi dei perché
non si è combattuto nei modi e nei tempi giusti la crescente deriva
culturale e del costume. E’ ciò che occorre e va fatto subito. Colpisce
dolorosamente che, mentre negli Stati Uniti l’apertura di indagini
e anche solo il sospetto di una corruzione da parte di importanti personaggi
politici dello schieramento vincente, un governatore come un neo-ministro,
portino automaticamente alle loro dimissioni, in Italia e di fronte
a situazioni più gravi e conclamate, questa sia l’ultima delle preoccupazioni…

Ed è su questo
scenario desolante, nel quadro di una crisi economica senza precedenti,
di un Paese frustrato e in declino, di un “governo del principe” 
sordo alla dialettica di una vera democrazia, che si delineano le battaglie
sulla  Giustizia e sull’informazione,  due pilastri di libertà
sanciti dalla Costituzione oggi attaccati frontalmente. Vedremo se dal
laborioso iter del ministro Alfano avviato in Parlamento e al chiuso
del dicastero uscira’ qualcosa di diverso dalla ripetuta volontà
, più volte ribadita e gridata dal premier, di porre i magistrati sotto
la pelosa e pesante  tutela dell’Esecutivo, se non si vorrà
intaccare il principio costituzionale della separazione dei poteri,
se si vorrà realmente dialogare con un’opposizione che a sua volta
non venga meno all’impegno solennemente ribadito di voler difendere
l’autonomia dei magistrati e la Costituzione.
 
 

C’è un enorme
bisogno di una Giustizia veloce e attenta alle necessità dei cittadini,
ma uguale per tutti e non certo manovrata dal potere politico e dal
governo, come di un’informazione più coraggiosa e più libera, non
asservita ai poteri dominanti, né priva della libertà, che è poi
un dovere etico e professionale, di dare ai cittadini tutte le notizie
possibili sulle inchieste giudiziarie in corso, a partire dalle intercettazioni
telefoniche così temute trasversalmente dal sistema politico.

E’ su questo
preoccupante sfondo che affrontiamo il nuovo anno, nello stesso spirito
con il quale siamo nati all’interno di Libera e riaffermando con forza
l’impegno a cercare Verità e Giustizia.

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Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

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