Un’altra via d’uscita da Gaza
È una tragedia immane quella che si sta consumando nella striscia di Gaza perché spezza vite umane, genera odio, semina dolore… “È la risposta dovuta agli attacchi missilistici di Hamas” dice il governo Israeliano. Sono sessant’anni che Israele e Palestina si confrontano sul terreno delle armi cercando di sciogliere il nodo di una questione annosa e intricata sparandosi addosso. Se anche il potente esercito israeliano riuscisse ad avere ragione militarmente di Hamas e a scongiurare altri attacchi nell’immediato futuro, avrà sicuramente aumentato le motivazioni e gli odi perché altre violenze nel futuro si ritorcano contro Israele con altre modalità. Magari più subdole e violente. L’attacco contro la striscia di Gaza, come tutte le violenze, è un boomerang. Se Israele avesse paradossalmente risposto agli attacchi missilistici su Sderot costruendo condutture per portare acqua potabile nelle case di Gaza, favorendo la costruzione e l’agibilità di ospedali, inviando aiuti umanitari e di sviluppo agli abitanti dell’area più densamente abitata del mondo… forse avrebbe spuntato le armi degli estremisti palestinesi e sottratto loro il consenso che invece in questo momento registra un’impennata senza precedenti. Come fa Israele a non credere a questa soluzione? In tutti questi anni non ha mai provato a percorrere questa strada. Eppure è la via d’uscita creativa, inattesa e concreta che possa sperare di rompere definitivamente la spirale di morte in cui è immersa la Terra di Abramo.
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