Riconfermato il Commissario straordinario per i beni confiscati
La notizia era nell’aria da qualche giorno, ma ieri è arrivata la conferma ufficiale. Antonio Maruccia, il commissario straordinario il commissario straordinario di Governo per la gestione dei beni confiscati, potrà continuare il lavoro intrapreso, ancora per un altro anno. Nominato durante il Governo Prodi e riconfermato con l’ attuale, il commissario ha ricevuto una proroga di dodici mesi, “importanti – dichiara a Libera Informazione Maruccia – perché ci consentono di non perdere tutto il lavoro fatto sin qui e di andare avanti”.
Un percorso importante – racconta Maruccia – che ha messo in comunicazione, coordinato, ottimizzato e stimolato il lavoro di tutte le straordinarie realtà che si occupano sul territorio del lungo iter dei beni confiscati: dal sequestro, alla confisca al riutilizzo, alla gestione successiva. Enti locali, Prefetture, Comuni, Province, Regioni, e in particolare – sottolinea Maruccia – il prezioso lavoro di associazioni come Libera e altre realtà.
Senza tutti loro, e senza il team che lavora con me con passione ed entusiasmo il positivo bilancio di questo primo anno di lavoro non sarebbe stato possibile. “A gennaio – prosegue Maruccia – presenteremo ufficialmente la relazione di questo anno di lavoro, che avrà al suo interno anche proposte e integrazioni, con l’intento di rendere più concreto e veloce, il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata”.
Ancora molti infatti sono i passi avanti che si devono fare, al più presto, per consentire un reale utilizzo di questi beni – “ci sono meccanismi – sottolinea Maruccia – che talvolta bloccano l’intero iter del riutilizzo, e altri che rendono difficile e lento il percorso di riutilizzo, a partire dalle ipoteche che gravano su questi beni”.
Liberare questi beni dal peso dei debiti mafiosi è dunque un primo passo possibile, che chiama in causa direttamente il mondo bancario (al quale solo qualche mese fa si è rivolto direttamente anche il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti) e quello legislativo. Come conferma lo stesso Maruccia si rende sempre più indispensabile la presenza di uno specifico provvedimento di prevenzione patrimoniale, come soluzione di sistema a questi problemi.
Solo una settimana fa in Calabria un bene confiscato alla ‘ndrangheta è diventato un museo. Solo ieri a Trapani, grazie all’impegno del Comune di Erice, i fondi di beni confiscati ai mafiosi renderanno possibile la nascita di un parco pubblico proprio nella litoranea della strage di Pizzolungo. E poi ancora: in Campania, il prossimo anno vedrà la luce una cooperativa che produrrà mozzarelle di bufala sui terreni confiscati alla camorra, ai casalesi.
Tutti risultati che danno quotidianamente gambe alla lotta alle mafie e speranza alla società responsabile che sta lottando per riprendersi la propria terra, le proprie risorse per decenni soffocate dalla presenza di un’economia criminale.
“Gli importanti risultati ottenuti in questi anni – (e gli ultimi di Catania, Lentini, Casal di principe..) conclude Maruccia – significano tutti la stessa cosa: il riutilizzo dei beni confiscati è una chiave importante e strategica della lotta alle mafie ed è necessario che diventi sempre più un impegno di tutti, e al quale tutti, nessuno escluso, si sentano chiamati”.
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