Bulgaria tra corruzione e attacchi alla libertà di stampa
Il 25 novembre l’Unione Europea ha preso la decisione, senza precedenti nella
sua storia, di privare la Bulgaria di 220 milioni di Euro di fondi strutturali,
sostenendo che nel paese la corruzione e` ancora troppo estesa perche`cil paese
possa riceveretali fondi. È la prima volta che a uno Stato membro vengono negati
interamente gli aiuti, poiché ritenuto non in grado di evitare che questi
vengano dirottati verso i circuiti della criminalità organizzata.
A discapito delle proteste del Primo Ministro Sergei Stanishev e di Meglena
Plugchieva, ex capo del governo, che ha giudicato la decisione come un brutto
segnale nei confronti dei tentativi di riforma in atto a Sofia, la Bulgaria è
stata negli ultimi mesi oggetto di pesanti critiche a proposito della mancanza
di trasparenza e della corruzione dilagante all’interno delle sue istituzioni.
L’International Herald Tribune ha recentemente pubblicato due inquietanti
inchieste sui legami tra politica e crimine, e il Ministro degli Interni Rumen
Petkov si è dimesso quest’anno in seguito ad una serie di scandali che lo vedevano
vicino a figure appartenenti alla criminalità organizzata.
Una delle tematiche più scottanti oggi in Bulgaria è quella della libertà di
stampa. Negli ultimi anni si sono registrati vari casi di aggressioni e censure
nei confronti di giornalisti indipendenti. Basti pensare al caso clamoroso di
Anna Zarkova, reporter specializzata in inchieste sul crimine organizzato del
giornale Trud, che è stata sfregiata con acido solforico mentre aspettava
il pullman per andare al lavoro; o a quello di Vasil Ivanov, della televisione
Nova TV, la cui casa è stata fatta saltare in aria nell’aprile del 2006, a seguito di
un’inchiesta che denunciava abusi nel carcere centrale di Sofia; o ancora al
caso di Jurgen Roth: arrivato nella capitale lo scorso 11 novembre per presentare
l’edizione bulgara del suo ultimo libro, “I nuovi demoni bulgari”, il
giornalista tedesco è stato accolto dalle dichiarazioni dell”ex Ministro Rumen
Petkov. In un’intervista al quotidiano “24 Chasa” intitolata
“Picchiare il diffamatore”, egli ha definito Roth “bugiardo,
calunniatore, truffatore senza spina dorsale”, affermando poi che questi
andava “picchiato sulla bocca, sulle mani e su tutte le parti del
corpo”, affermazioni duramente criticate da “Reporters sans frontiers”.
Il 24 settembre di quest’anno è stato registrato l’ennesimo caso: Ognian
Stefanov, del quotidiano online Frognews, è stato brutalmente aggredito da
quattro uomini mascherati che lo hanno picchiato con spranghe e martelli
provocandogli svariate fratture e un trauma cranico. Appena venti giorni prima,
il webmaster di Frognews, Yorgo Petsas, era stato arrestato e interrogato per
ore dall’Agenzia di Sicurezza Nazionale Bulgara (DANS), poiché sospettato di
essere tra i responsabili della creazione del sito internet “Opasnite Novini”
(“Notizie Pericolose”), che pubblicava notizie riservate circa casi
di corruzione. In particolare fra queste notizie, di particolare clamore era
stato il caso di un noto faccendiere della criminalita` organizzata di Sofia
che aveva un rapporto di collaborazione “stabile” con i servizi
segreti del DANS. Frognews ha sempre smentito qualsiasi coinvolgimento
nella creazione e promozione del sito, che è stato contestualmente chiuso dai
servizi segreti. Nessuno ha pero` dato risposta o aperto indagini sulle notizie
apparse sul sito. L’aggressione di Stefanov è stata pubblicamente condannata
dal Parlamento bulgaro, e grande preoccupazione è stata espressa
dall’Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa e da Reportes
Sans Frontières.
Il 26 e 27 di novembre, il Presidente di FLARE Michele Curto è andato a Sofia
per incontrare la redazione di Frognews e cercare di capire di più sulla
vicenda. Qui ha incontrato anche Yonko Grozev, avvocato impegnato nella difesa
dei diritti umani e in particolare nella tutela della libertà di informazione,
e Alexander Kashumov, dell’Access to Information Programme, tra i fondatori
dell’International Media Lawyer Association.
Una seconda visita a Sofia è in programma per inizio gennaio. FLARE vorrebbe
incontrare altri giornalisti vittime di repressione, nonché alcune ONG locali e
la delegazione della Commissione Europea in Bulgaria. L’intento è quello di
contribuire a richiamare l’attenzione sulla situazione bulgara, anche
attraverso l’organizzazione di eventi a Sofia nel quadro della campagna europea
che FLARE lancerà a marzo, campagna dedicata alla richiesta alle istituzioni
europee di una piu` incisiva ed armonica legislazione in materia di confisca
dei beni mafiosi e della possibilita` del loro riutilizzo sociale.
La Bulgaria e` solo il piu` clamoroso dei casi di enorme espansione dei gruppi
criminali nei paesi neo-comunitari, e di come la criminalita` organizzata sia
oramai in grado di utilizzare il processo di integrazione europea a suo
interesse.
Per questa ragione sempre piu` urgente e che sia proprio l’Unione Europea ad
articolare una risposta comune dei 27, per contrastare globalmente le mafie.
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