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NCO, Nuova Cucina Organizzata

Di Alessandra del Giudice il . Campania, Dai territori

“Chi non
ama le donne, il vino e il canto è
solo un matto non un santo”
così recita lo slogan di NCO,
Nuova Cucina Organizzata,
trattoria-pizzeria della Cooperativa
Agropoli-città dell’agro,
composta anche da portatori di handicap.

Dietro l’ironia
e la semplicità del messaggio si nasconde un’incredibile sfida, anzi
due. Quella di aprire al centro del paese un ristorante dove lavorino
i matti, fino a poco prima chiusi nelle case o negli istituti e quella
di combattere la camorra a colpi di forchetta e coltello. 

Felicetta,
sembra una bimba, con quegli occhi a fessura dove le pupille giocano
a nascondino tra le palpebre strette per poi spuntare curiose e penetranti.

Felicetta,
ha diciotto anni, ed è un giunco sottile che timidamente si fa schermo
con le mani a nascondere un sorriso ritrovato. Da quasi un anno, serve
in sala da NCO, sfuggita alle avances insistenti di un uomo che poteva
essere suo padre e voleva abusare del suo ritardo mentale. 

Paoletto ha
19 anni ed è down. Una volta finita la scuola stava tutto il giorno
chiuso in casa. Si era depresso, era diventato irascibile e nervoso,
provava le prime cotte ma non aveva possibilità di frequentare le sue
coetanee.

Ora Paolo è
diventato un latin lover, gestisce la sala di NCO ed ha anche diretto
alcuni buffet ufficiali tra cui quello della Commissione Parlamentare
Antimafia, che si è tenuta il mese scorso. 

Romualdo, ha
55 anni, e fino a poco fa stava in un centro, una specie di manicomio,
anche se non aveva un’alta disabilità psichica, semplicemente perchè
da bambino era stato abbandonato e non aveva parenti. Quando è arrivato
da NCO chiedeva gli spiccioli, le sigarette per strada. Ora aiuta in
varie faccende, ha un contratto e riesce a mettere da parte il guadagno
su un conto postale. In piazza tutti lo conoscono e poiché gli piace
vestire bene lo chiamano “il Commendatore”. 

Ciò che lega
queste storie è un lavoro nella Nuova Cucina Organizzata, piccolo
ristorante al centro di San Cipriano D’Aversa, paese in provincia
di Caserta.

Il ristorante
è nato come attività non prevalente della Cooperativa Agropoli- città
dell’Agro Aversano, di tipo B, diramazione dell’Associazione
“Omnia”, formata nel 1999 da un gruppo
volenteroso di giovani di San Cipriano D’Aversa e dai genitori di
ragazzi disabili.

La Cooperativa
Agropoli, oggi si occupa soprattutto di attività socio-sanitarie, e
della trentina di membri della cooperativa, tra soci e lavoratori, una
buona parte è rappresentata da persone con handicap psichici o fisici.

La Cooperativa,
oltre ad un centro polifunzionale a San Cipriano, ha costituito tre
gruppi di convivenza di cinque-sei persone di cui uno vive al piano
superiore della trattoria NCO. 

NCO
è anche la più famigerata sigla della Nuova Camorra Organizzata, una
delle maggiori alleanze malavitose della
storia della camorra campana.

Ma è bastato
un ingrediente per cambiare completamente il risultato.

Ed ecco che
qui di organizzato c’è una cucina che si fa segno tangibile di legalità
e sviluppo sociale su di un territorio martorizzato dalla presenza criminale.

Si, perché
a chi il nome “San Cipriano” non dice nulla, sappiate che basta
attraversare la strada per trovarci a Casal di Principe, paese più
tristemente noto quale regno, ora più che mai super contrastato dalla
società civile, dei Casalesi.

Nessuno
avrebbe scommesso su di un’attività
gestita dai matti in un territorio
così difficile. Invece…

“Il ristorante
ci ha sbalordito!- ci racconta Peppe Pagano, responsabile di NCO, -.
Sta andando avanti da solo. All’inizio abbiamo pareggiato, ora abbiamo
degli utili. Pratichiamo prezzi equi: 5 euro pizza e coca cola, 10 euro
con antipasti, pranzo completo a 20 euro. Ciò che è andato meglio
è stata la consegna a domicilio, in un paese di 70 mila abitanti non
c’era nessuno che se ne occupasse”.

La cucina tradizionale,

comprovata in prima persona, è ottima e abbondante: si va dalle pappardelle
al cinghiale, alle salsicce di bufalo e di maiale fatte in casa, alla
tagliata, agli svariati antipasti con verdure dell’orto.

La maggior
parte degli ingredienti come l’olio di oliva extravergine, la pasta,
il vino, i pomodori, sono biologici e portano il marchio “Libera Terra”,
cioè sono prodotti nelle terre confiscate alla mafia in varie parti
d’Italia da cooperative nate grazie all’Associazione Libera. La
NCO è anche un centro di incontro e discussione sui temi della legalità,
una meta obbligata di tanti scout e ragazzi dei campi di lavoro estivi
sui terreni confiscati alla camorra nel casertano. 

“La nostra
fortuna è stato il regalo fatto dal Ministero della Salute al reparto
psichiatrico di Aversa- spiega Pagano-: nominare direttore, Franco Rotelli,
amico e braccio destro dello psichiatra Franco Basaglia.

Si diceva
che il metodo Basaglia non avrebbe funzionato dalle nostre parti invece
siamo riusciti ad applicare la legge 180
formando ottimi gruppi di convivenza
al centro del paese.
Siamo partiti con persone considerate da rinchiudere
che invece in una situazione di normalità si sono dimostrate non pericolose.
Attraverso le buone prassi, immerse nella normalità, gli esseri umani
acquisiscono dignità, al contrario in una situazione degradante, abbandonati
a se stessi, divengono animali. E il primo passo deve essere quello
del reinserimento lavorativo.

Quando ci vengono
segnalate persone disabili, cerchiamo di capire ciò che gli è più
consono, le formiamo e poi cerchiamo di occuparle. I settori vanno dal
giardinaggio, ai lavori murari, all’idraulica, alla ristorazione”. 

La Cooperativa
Agropoli riesce a mettere in atto progetti di reinserimento lavorativo
grazie al sistema del budget di cura, fondi
finanziati dalla Asl Caserta 2 per progetti terapeutici individualizzati.

Del budget
di cura ha usufruito anche Simone che ha 17 anni ed è nato senza le
gambe e le braccia, ad esclusione di due moncherini.

“Spesso i
problemi nei ragazzi con disabilità – racconta Giuseppe- sorgono
quando finiscono la scuola e la casa diviene una prigione. Simone stava
a casa senza fare nulla tutto il giorno, non aveva relazioni sociali
ed era estremamente dipendente dai genitori, andava in bagno solo con
la mamma e mangiava solo a casa.

Quando lo abbiamo
incontrato ci siamo accorti che con il braccio riesce a muovere il mouse.
Siamo stati molto chiari con i genitori: il primo passo per iniziare
a vivere è la condivisione e l’autonomia. Così abbiamo iscritto
Simone al miglior corso di informatica della zona per prendere la patente
europea di computer ed una volta a settimana viene negli uffici della
cooperativa per imparare a fare le fatture, così, finita la formazione,
potrà essere occupato definitivamente”.

Tra gli altri
lavoratori della Cooperativa ci sono Antonio e Maria, una coppia nata
in un gruppo di convivenza. Lui aveva grossi problemi familiari, lei
un leggero ritardo. Ora hanno un bellissimo bambino. Agropoli li ha
aiutati a fittare un appartamento e a trovare un lavoro; oggi lui fa
l’aiuto pizzaiolo, lei l’aiuto parrucchiera.

“Non effettuiamo
guarigioni ma grazie a questo sistema organizzato e radicato sul territorio,
fare rete, creare legami di socializzazione, stabilire obiettivi rispetto
alla propria vita, vale il doppio- conclude Giuseppe-. La comunità
da pieno sostegno ai progetti e non li ha mai ostacolati. Non lo davo
per scontato e vedere che la mia terra ha dato questa risposta mi rende
orgoglioso. Eppure quando parli singolarmente con le persone ti dicono
che hai ragione a lottare ma che la camorra fornisce lavoro e protezione.
Là dove non ci sono alternative la camorra è più forte. Bisogna sfidarla
sul piano della cultura, diffondendo un modello diverso, basato sul
fare”. 

NCO- Via Po,
12 San Cipriano D’Aversa (CE) Tel/Fax 0818921807

www.nuovacucinaorganizzata.it 

BOX- legge 180- 1978 

Lo psichiatra
Franco Basaglia (1924-1980) riteneva che una società più libera e
giusta, avrebbe fatto diminuire anche la malattia mentale. Con la legge
n. 180 del 1978, nota come Legge Basaglia, il medico riuscì a far abolire
in Italia gli ospedali psichiatrici, ed ad istituire i servizi di igiene
mentale per la cura ambulatoriale dei malati di mente.

Basaglia mette
“il malato e non la malattia” al centro della ricerca per costruire
percorsi terapeutici, riabilitativi e di emancipazione attraverso la
partecipazione attiva degli utenti come attori di cambiamento. Nella
riabilitazione delle persone con disturbi psichiatrici due strumenti
fondamentali verranno utilizzati d’ora in poi: i gruppi- appartamento
o gruppi di convivenza formati da persone con problematiche psichiche
ed il reinserimento lavorativo.

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