NEWS

Carovana antimafie sbarca a Trapani

Di Rino Giacalone il . Dai territori, Sicilia

Hanno perduto una occasione
Tg e network nazionali per parlare della voglia di cambiamento e di
riscatto che c’è nelle città che sono state conosciute per il malaffare
mafioso. Hanno anche mancato nel dare una concreta mano d’aiuto a
chi si è intestato la voglia di scrivere una nuova pagina sfidando
in loco il potere di Cosa Nostra che non manca mai di dimostrare di
non gradire. Si fa tanto parlare delle informazione contro le mafie
che però alla fine si finisce col farsi sfuggire che sabato pomeriggio
in pieno “struscio” cittadino circa 300 persone a Castelvetrano,
la città del super boss latitante Matteo Messina Denaro hanno sfilato
con la “Carovana Antimafie” di Libera, Arci e Avviso Pubblico. Nessuna
telecamera e nessun giornalista né di tv né di carta stampata c’erano
sabato pomeriggio a Castelvetrano, se ci fossero stati avrebbero potuto
raccontare della “rivolta” che è in corso nel paese del Belice
che non ne può più della presenza ingombrante del nuovo “fantasma”
della mafia siciliana, Matteo Messina Denaro, il giovane boss accusato
di una serie efferata di delitti, delle stragi del ’93, e che è adesso
a capo di quella holding imprenditoriale dove maggiore azionista è
la cosiddetta “mafia sommersa”. 

C’era un teatro, il Selinus,
pieno sabato pomeriggio all’arrivo della Carovana nella nuova piazza
appena ristrutturata, così come 24 ore prima a Castellammare del Golfo,
altra città “simbolo” del potere mafioso trapanese, gli studenti
ed i giovani hanno riempito per l’intera giornata di venerdì l’aula
del consiglio comunale e un teatro per parlare della lotta alle mafie
che inquinano l’economia, che vogliono assoggettare i cittadini, di
come i giovani abbiano piena consapevolezza della crudeltà del fenomeno
che è tale anche quando non uccide, tanto che un paio di ragazzini
della scuola elementare quando sul palcoscenico di una rappresentazione
ha fatto la comparsa un attore che impersonava un mafioso senza indugi
lo hanno salutato con sonori fischi, dedicati al ruolo e non come veniva
recitato. 

Alla fine sembra che a certa
informazione la mafia interessa solo in determinate occasioni e non
sempre, la quotidianità è affidata ai giornalisti locali che così
spesso si ritrovano da soli a commentare questi eventi che invece avrebbero
bisogno di potenti megafoni. Giornalisti locali che non sempre poi rendono
cronache reali degli accadimenti. Poche righe in cronaca se non nemmeno
una riga di quello che è successo infatti in coincidenza del passaggio
della Carovana Antimafia a Castellammare del Golfo, la città da dove
i mafiosi sono partiti per far nascere negli States le cosche, e a Castelvetrano,
dove regnano dal dopoguerra i Messina Denaro e dove resistono le connessioni
più oscure tra lo Stato e l’antistato, che negli anni ’50 strinsero
il primo accordo inscenando l’omicidio di Salvatore Giuliano, il boss
di Montelepre che invece fui fatto fuori dai suoi stessi sodali, e non
dalle squadre di Polizia e Carabinieri che dicevano di dargli davano
la caccia. Tante righe su un quotidiano regionale, il Giornale di Sicilia,
che ha preferito puntare tutto sul flop che la manifestazione ha registrato
nel suo passaggio per Trapani: non raccontando di quello che è invece
è successo altrove si finisce col rappresentare a chi legge che la
Carovana ha fallito.  

“Trapani non si è smentita
– dice Margherita Asta coordinatrice provinciale di Libera – a certi
eventi continua a mostrare di preferire quelli cosiddetti “grandi”,
Trapani preferisce la vela ai diritti, a Trapani si è discusso dei
diritti dell’uomo e di integrazione dei soggetti disagiati e se ne
è parlato lo stesso anche se non c’era molto pubblico e anche se
gli amministratori locali sebbene invitati per tempo hanno disertato
l’appuntamento. Castellammare del Golfo e Castelvetrano hanno mostrato
il loro nuovo volto, città che vogliono il riscatto e che vogliono
liberarsi dal giogo mafioso, tutto questo è merito di un gruppo di
giovani e di adulti che hanno scelto di mettersi in gioco, di perseguire
il cambiamento, peccato che questa cosa sia sfuggita. A Castellammare
abbiamo ascoltato dalla voce dei protagonisti come la mafia ha condizionato
l’economia, a Castelvetrano abbiamo sentito parlare dei pericoli che
corre l’informazione da giornalisti autorevoli, tra questi Toni Mira
una delle firme più importanti del nostro giornalismo, capo redattore
de l’”Avvenire”, ma abbiamo anche ascoltato il racconto dei nigeriani
sfuggiti alle guerre e alla morte sicura nel loro paese, perseguitati
per le loro idee politiche e religiose. Oggi a questa gente arrivata
da clandestina nel nostro paese ci sono tanti giovani che stanno offrendo
il loro aiuto.  

Lottare contro le mafie e garantire
la migliore integrazione  a chi oggi vive nel nostro paese venendo
da altri continenti – conclude Margherita Asta – per noi ha un solo
significato, lottare per il rispetto dei diritti umani e lo abbiamo
detto nelle città dove i boss mafiosi vogliono comandare ancora”.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link