Trapani, condannato l’imprenditore che voleva comprare la Calcestruzzi Ericina
«Il prefetto Sodano è tinto e se ne deve andare». Parole del capo mafia di Trapani Francesco Pace. Con lui quel giorno nel nemmeno lontano 2002 ad annuire c’era un imprenditore valdericino, Vincenzo Mannina. Pace è stato condannato a 20 anni, riconosciuto capo della cupola mafiosa, da lui trasformata in holding imprenditoriale. Mannina è stato proprio oggi, 4 dicembre, condannato a 6 anni e 8 mesi. Di Francesco Pace, Vincenzo Mannina era il «braccio armato» non di armi ma fatto da imprese, cemento in particolare. Sodano era tinto perchè aveva chiuso le porte in faccia a Mannina quando questi, accompagnato dai vertici dell’epoca di Confindustria trapanese, dal presidente, oggi sindaco di Castellammare del Golfo, Marzio Bresciani, si era andato a proporre quale acquirente della calcestruzzi Ericina, l’azienda confiscata alla mafia e che continuando ad operare sotto la gestione dello Stato costituiva per i mafiosi ostacolo per tutte le loro malefatte.
L’impresa sotto amministrazione giudiziaria si inseriva in un sistema colpito dal virus del malaffare iniettando antidoti e questo i boss non potevano permetterlo. C’era il prefetto Sodano che andava convocando gli imprenditori per ricordare loro che per le commesse pubbliche a parità di prezzo era alla Calcestruzzi Ericina che dovevano rivolgersi. La soluzione pensata dai mafiosi prevedeva o il fallimento della Calcestruzzi Ericina o provocarne la vendita. Dalla loro parte, per quest’ultima eventualità, avrebbero avuto un funzionario del Demanio pronto a fare una valutazione ad hoc. L’acquirente era Vincenzo Mannina. tutto questo fa parte di quel capitolo di indagini che condotte dalla squadra Mobile a Trapani e coordinate dai pm della Dda di Palermo, ha messo in evidenza il controllo della mafia delle «grandi opere» realizzate a Trapani in occasione della Louis Vuitton Cup, il cosidetto «grande evento» del settembre 2005 legato all’ultima Coppa America disputata a Valencia. Sodano era «tinto», cattivo, perché osteggiava gli appetiti della mafia che però riuscì a imporre una parte di sue «colate» di cemento e di asfalti per far nuovo il porto e le strade in occasione dell’America’s Cup di vela.
Sodano fu trasferito come Pace pensava dovesse accadere parlando con Vincenzo Mannina. Nell’estate del 2003 andò da Trapani ad Agrigento, trasferimento improvviso, deciso dal Governo Berlusconi su proposta dell’allora ministro dell’Interno Pisanu, lo stesso che oggi siede alla presidenza della commissione nazionale antimafia, nei cui armadi sono conservati gli atti di quella indagine. Sodano trasferito dal Governo e non dalla mafia, ma a Roma come a Trapani tutto è possibile: può succedere, come è successo, che Stato e antistato si sono ritrovati dalla stessa parte, a contatto, i propri uomini si sono frequentati l’un con l’altro, senza scandali e con consapevolezza piena.
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