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La rassegna stampa

Di Alessio Magro il . Rassegne

E’ il segnale del ritorno. Vogliono dimostrare di essere tornati
padroni. E lo fanno con una scritta sui muri della stazione: “Liberate
Riina”. (Unità, 22 nov).

Intanto, si pente a Palermo il re del pizzo.
Maurizio Spataro, presunto boss del Borgo Vecchio, l’uomo che avrebbe
imposto il pizzo a mezza città, ha deciso di collaborare con la
giustizia, dopo essere stato incastrato dalle denunce di due
imprenditori (Avvenire, 22 nov).

Un bunker con tanto di poligono di tiro
allo Zen di Palermo. Lo hanno trovato gli investigatori seguendo un
corriere della droga. Cunicoli e via di fuga per i latitanti in quello
che è il regno sotterraneo dei Lo Piccolo (Unità, Gazzetta del Sud,
24 nov
).

Sono le donne a guidare le famiglie, seguendo le direttive
impartite dai capi a regime di 41bis. A rivelare le strategie
malavitose è un’inchiesta palermitana (Gazzetta del Sud, 26nov).

Blitz-choc a Catania: una ventina di presunti affiliati al clan
Santapaola in cella, tra i quali un assessore forzista al comune di
Paternò (Avvenire, 28nov). Un quadro allarmante, che conferma secondo
alcuni la tesi del ritorno in auge delle vecchie famiglie di Cosa
nostra (Left, 28nov).

Campania ancora nella morsa della camorra.
La mappa del racket nella città di Napoli dà il quadro edll’assedio
mafioso: decuplicato in un anno il numero delle denunce per
taglieggiamento, è Pianura il regno del pizzo partenopeo. E in tempi di
crisi i clan varano la politica degli “sconti” (Mattino, 22 nov).

Si
riacutizzano le lotte intestine nel circondario partenopeo: a Caivano,
il reggente dei Moccia è stato ucciso a colpi di mitra, sullo sfondo lo
scontro coi Casalesi (Mattino, 22 nov).

Alzano la testa i giovani
onesti di San Cipriano d’Aversa: gridano la loro rabbia in un’assemblea
studentesca al liceo scientifico, e ad ascoltarli c’è il giornalista
Toni Mira (Avvenire, 23 nov).La camorra diventa tecnologica:
videocamere, pistole-cellulare, trucchi alla James Bond per le
“paranze” attive sul territorio (Mattino, 25 nov).

In Calabria
tanta carne al fuoco. La stampa prosegue a trattare il caso delle
truffe all’Ue, con nuovi inquietanti retroscena (Quotidiano della
Calabria, 21 nov 12 / 22 nov
).

E continua a tenere banco la vicenda
dell’efferato agguato a Palmi, con l’omicidio di Salvatore Melara e il
grave ferimento del figlio. La popolazione è scesa in piazza per dire
no alla ndrangheta. (Quotidiano della Calabria, 21 e 22 nov / Gazzetta
del Sud, 21 nov
).

Ancora riflettori puntati sul porto di Gioia Tauro.
Secondo l’erede del fondatore della Contship, l’impresa che avviò
l’area a scalo-container, le inchieste sulle infiltrazioni mafiose
nell’area sarebbero infondate (Quotidiano della Calabria, 22 nov).

Si
aprono le porte del carcere per Giuseppe Nirta. Era ad Amsterdam, nel
suo 14esimo anno di latitanza. Lo hanno tradito i peccati di gola: le
donne della sua famiglia (gli Strangio implicati nella strage di
Duisburg) gli stavano recapitando un pacco con cibi fatti in casa. Un
pacco che gli investigatori hanno seguito da San Luca fino in Olanda
(Avvenire e Quotidiano della Calabria, 25 nov 12).

Ancora un colpo
messo a segno dagli inquirenti: decapitato il cosiddetto clan dei
Papaniciani, accusati di aver provato a mettere le mani sull’affare
Europaradiso, corrombendo funzionari del ministero e dell’Ue. E c’è
anche uno trascico politico con polemiche interne al centrosinistra
(Quotidiano della Calabria, 26 nov, 12).

Si torna a parlare di
“Navi a perdere”, le imbarcazioni riempite di rifiuti tossici e
affondate nel Mediterraneo. A ricostruire i traffici illegali delle
mafie è lo scrittore Carlo Lucarelli in un recente libro (Corriere
della Sera, 27 nov
).

E si torna a parlare anche del caso Saviano. Questa
volta arriva l’allarme inflazione: secondo il sociologo Alessandro Dal
Lago, Saviano sarebbe vittima del proprio personaggio, volente o
nolente, finendo per dare sponda ai potenti vogliosi di schierarsi solo
a parole nel campo dell’antimafia (Liberazione, 22 nov).

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