I peccati di gola tradiscono Nirta
La lezione del
cugino – il narcotrafficante Sebastiano Strangio, arrestato tre anni
fa mentre si godeva il riflesso dei canali di Amsterdam dal tavolino
di un bar – gli aveva consigliato prudenza: per stare tranquilli non
basta mettere 2.342 chilometri di distanza tra San Luca e il proprio
cognome. Soprattutto se ti nascondi a poco più di due ore di auto da
Duisburg dove, nonostante il profondo restyling del ristorante “Da
Bruno”, nessuno ha ancora dimenticato la mattanza di ferragosto
per la quale figuri tra i principali sospettati. Niente pub e coffee
shop, quindi, ma mezzi pubblici, pizzetto e cappuccio della felpa calato
in testa per continuare a scacciare la certezza di 14 anni e 8 mesi
di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti (inchiesta “Trina”
della Dda di Reggio) ed evitare la recente prospettiva di un’accusa
di strage (“Solo un’ipotesi investigativa”, preciserà l’avvocato).
Come per Giacomo Lauro, però, il pentito storico della ‘ndrangheta
arrestato ad Amsterdam nel 1992 con un passaporto falso, anche per il
prudente Giuseppe Nirta, 35 anni, gli ultimi dieci trascorsi a nascondersi,
la Venezia del Nord si è alla fine rivelata piuttosto amara. Complice
il natio richiamo di San Luca che, come da copione, si è fatto sentire
pure a 2.342 chilometri di distanza.
Per trovare
“Charlie”, infatti, è bastato seguire il filo che dalle case raccolte
sulla collina della faida tra i Pelle-Vottari e i Nirta-Strangio si
è dipanato in treno, taxi e in auto, e attraverso Svizzera, Francia
e Belgio, fino ad Amsterdam. A reggerlo, le sorelle Aurelia (moglie
di Giuseppe Nirta), Angela e Teresa Strangio, partite alla volta dell’Olanda
con il sostegno logistico del 25enne Francesco Madeo, nato a Corigliano
ma residente a Dusseldorf. Il passaggio di una borsa dalle mani delle
donne a quelle di Madeo e, successivamente, dalle mani di Madeo a quelle
di uno sconosciuto ad una fermata del tram ha permesso ai poliziotti
italiani e olandesi di arrivare al capo del filo, arrestando Giuseppe
Nirta appena entrato in possesso di una succulenta scorta di cibi “made
in Calabria”. Nessuna traccia, invece, del cognato Giovanni Strangio,
al momento unico ricercato per la strage di Duisburg che con i suoi
sei morti ammazzati la notte del 15 agosto 2007 ha sconvolto la Germania
e ricordato la ‘ndrangheta all’Italia.
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