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Premio d’architettura “Mauro Rostagno”

Di Rino Giacalone il . Sicilia

Sferzante. Non c’è altra maniera per dire degli interventi di Mauro Rostagno dagli schermi di Rtc. Chi lo ha conosciuto dice che quello era il suo carattere, qualunque cosa fosse impegnato a fare. L’attività giornalistica, e poi il tg di Rtc esaltarono molto di più questo suo modo di esternare, come si ricorda ancora oggi a 20 anni dal suo omicidio, che ancora senza colpevoli non dovrebbe stare molto tempo per quelle indagini della Polizia che infine avrebbero preso la direzione giusta, riconoscendo nel delitto la «firma» di Cosa Nostra.

Rostagno sferzava la città attraverso le telecamere e c’era un comune denominatore delle cose di cui lui parlava, la vivibilità delle nostre città, sotto ogni profilo. Basta rileggere gli editoriali che Salvatore Mugno ha raccolto in una pubblicazione che raccoglie testimonianze uniche di quel tempo, pagine dove c’è scritto come Rostagno parlava e raccontava ai telespettatori delle cose che lui vedeva con i suoi occhi. Tanta attenzione all’ambiente, visto da diverse angolazioni, con chiave di lettura precisa: «Un miglioramento della vita civile e politica deve passare attraverso la stretta porta del risanamento, della riabilitazione morale, dei politici e delle città». «Che cosa sta succedendo a Trapani? – editoriale del 22 aprile 1988 –  Lo abbiamo detto parecchie volte, nel degrado amministrativo, sociale, economico della città si è incistato il degrado politico e morale e quindi una disamministrazione quotidianamente documentabile».

Oggi dobbiamo provare a chiederci se tutto ciò è passato o c’è ancora. Se le logiche che portavano il territorio ad essere preda di quel degrado contro il quale si scagliava Rostagno, alla fine si sono trasformate e dietro certi abbellimenti (magari quelli che con gli appalti sono costati tanti soldi) possano esserci state certe «mani sporche». L’Ordine degli Architetti di Trapani sta provando ad interrogarsi su ciò, ma sopratutto è convinto che la lotta al degrado, al recupero delle aree urbane deve proseguire con occhi più vigili alla legalità.

Il 22 novembre scorso a a Castelvetrano, alle 10,30, al Teatro Selinus, il presidente dell’Ordine arch. Vito Corte ha presentato il premio nazionale d’architettura «Mauro Rostagno», dedicato alla qualità urbana. Essenzialmente riguarderà le 24 città della provincia  di Trapani. Il premio avrà il supporto dell’associazione «Ciao Mauro», il patrocinio ed il sostegno del Consiglio Nazionale degli Architetti, della Prefettura di Trapani, della Commissione Parlamentare Antimafia presso l’Ars, della Provincia Regionale, del D.A.R.C. presso la Regione Siciliana, delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria delle Università degli Studi di Palermo e delle Amministrazioni Comunali della provincia di Trapani.

I concorrenti si confronteranno attraverso tutte le idee da loro proposte su un tema unico, il recupero di aree degradate. La Di Baio Editore, attraverso la diffusione della proprie edizioni a livello nazionale e il proprio sito web www.dibaio.com , promuoverà tutte le «idee progettuali» proposte in concorso. Perchè dedicato a Mauro Rostagno? «Innalzare la qualità delle opere pubbliche – dice Vito Corte – è una delle cose che ci accomuna a lui, così come il tentativo a far emergere nuovi talenti».

Finalità principale è la proposta di un progetto di idee di nuova costruzione o di ristrutturazione inerente gli spazi urbani delle ventiquattro città della Provincia di Trapani. «Il Premio nasce dalla volontà di premiare l’idea progettuale più significativa nella sua capacità interpretativa di un messaggio di impegno civile quale è stato quello di Rostagno. Dal Rostagno sociologo e politologo il premio prende lo spunto perché se ne continui ad apprezzare il lavoro svolto, nel suo ruolo di forte denuncia delle collusioni tra mafia e politica locale. Il 26 settembre 1988 Rostagno, quando aveva 46 anni, pagò la sua passione sociale e il suo coraggio con la vita».

La realtà di oggi a Trapani quale è? «I centri della provincia di Trapani, che è stata teatro dell’assassinio di  Rostagno ma anche scenario di altri attentati e fondale di rappresentazioni con prevaricante azione mafiosa – risponde l’arch. Corte – denunciano con il loro stato d’uso una qualità della vita che ancora è spesso lontana dai livelli di civile urbanità e quindi di equilibrio sociale. I luoghi di aggregazione, gli spazi della formazione e dell’informazione, gli ambiti per coltivare i rispettivi interessi culturali, sportivi, artistici e, nel complesso, gli spazi pubblici dove si esplicitano la maggioranza delle relazioni umane necessitano di diffusi interventi di qualità, che siano centri storici, periferie, aree rurali o borghi marinari.

Tale necessità è rappresentata dall’imperativo di operare una azione maieutica che parta dal piccolo segno, purchè diffuso e di qualità, perché possa segnarsi l’avvio di un processo i cui frutti potranno raccogliersi non già nell’immediato, ma raccolti appieno dalla prossima generazione di cittadini».

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