Scarpinato: “La mafia approfitta del bisogno di lavoro di certe aree sociali”
“Il potere economico della mafia si converte in potere sociale e politico in contesti disagiati. Grigoli, conquistando l’oligopolio della distribuzione alimentare, era riuscito a dare lavoro a centinaia di persone vicine a Cosa nostra o raccomandate dalla mafia. Si tratta di uno degli esempi di come Cosa nostra approfitta in modo distorto del bisogno di lavoro di certe aree sociali”.
Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Roberto Scarpinato, alla conferenza stampa che ha illustrato i particolari del maxi sequestro di prevenzione disposto dalla Dia a carico dell’imprenditore trapanese, Giuseppe Grigoli, ritenuto “cassiere” del boss latitante Matteo Messina Denaro.
Dall’indagine patrimoniale è emerso che Grigoli, che gestiva in regime quasi di oligopolio la distribuzione Despar, in diverse province, impiegava nei suoi negozi uomini dei clan. “L’interesse di Messina Denaro nell’impero economico dell’imprenditore di Castelvetrano – ha aggiunto – è emblematicamente esemplificato dal fatto che il capomafia conosceva alla virgola la contabilità di supermercati di Grigoli in centri dell’agrigentino come Ribera. Questo l’ha scoperto la Dia attraverso un lavoro certosino di esame delle fatture che ha riscontrato una serie di pizzini trovati nel covo del capomafia Bernardo Provenzano”.
Durante la conferenza stampa il capo centro della Dia di Palermo, colonnello Passero, ha ricostruito l’ascesa economica di Grigoli. “L’imprenditore – ha detto – ha cominciato con un piccolo negozio a Castevetrano che, nel ’74 venne distrutto da un incendio certamente doloso. Da allora e’ cominciata la sua crescita economica, secondo noi coincisa con la sua adesione all’organizzazione mafiosa”.
Tra le nuove società sequestrate a Grigoli c’é anche la “Cantieri navali Enea Yacht srl” di Mazara del Vallo che si occupa di progettazione e costruzione di imbarcazioni. Oggetto del provvedimento del tribunale anche numerosi immobili, formalmente intestati alla moglie e alla figlia, in realtà, secondo gli inquirenti riconducibili all’imprenditore”.
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