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Chiaiano: “aria e amianto, ormai è allarme ambientale”

Da Pietro Nardiello il . Campania, Dai territori

Sono sette mesi che i comitati anti
discarica  sostengono che la cava di Chiaiano non è il luogo idoneo
dove collocare le settecentomila tonnellate di rifiuti così come vorrebbero
il sottosegretario Guido Bertolaso e l’intero Esecutivo  guidato da
Silvio Berlusconi che da qualche mese, in controtendenza di quanto accade
proprio in Parlamento, lavora in piena sintonia anche con il sindaco
di Napoli Jervolino ed il Presidente della regione Campania Antonio
Bassolino. 
 
Durante l’ennesima manifestazione, che ha visto sfilare in corteo
sabato pomeriggio all’incirca cinquecento persone tra le strade del
comune di Marano, è stato più volte ribadito come “ci si trovi dinanzi
ad un vero e proprio disastro ambientale” perché nella cava che tra
qualche settimana dovrebbe ospitare i rifiuti napoletani, così come
annunciato dal braccio destro di Bertolaso, il generale Giannini, sono
state ritrovate diecimila tonnellate di amianto, eternit e sacchi, recanti
il marchio Enel, contenenti rifiuti pericolosi. 
Il corteo, con il quale i Comitati hanno soprattutto informato la cittadinanza
illustrando come “adesso nell’aria si iniziano a respirare polveri
d’amianto perché li, nella cava, le ruspe governative per ultimare
i lavori nei tempi stabiliti non stanno recuperando il materiale ritrovato
con i mezzi adeguati ma solo con semplici ruspe che, ovviamente, ne
causano la rottura e la conseguente dispersione nell’aria”, ha visto
la partecipazione di studenti delle università, gente comune che “non
ha nulla da spartire con la politica o la camorra che insieme, anche
qui, hanno fatto  più di un affare”.   
“Sin dal primo giorno in cui la lotta ha avuto inizio –hanno ribadito
gli organizzatori- facciamo informazione dal basso difendendoci anche
dalla disinformazione di regime che nelle ultime settimane ha sostituito
il termine emergenza con quello di questione”. 
A questa gente proprio non vanno giù le accuse del generale Giannini
che “li ha ritenuti responsabili di mancata vigilanza del territorio”,
alle quali risponderanno ufficialmente nei prossimi giorni quando chiederanno
alla Procura di Napoli, “perché adesso ci sono le prove”, di inquisire
per disastro ambientale lo stesso Giannini, Guido Bertolaso e Silvio
Berlusconi oltre che chiedere, sempre alla super Procura guidata da
Giandomenico Lepore, il fermo immediato dei lavori ed il sequestro dell’area
che la procura ha solamente “ispezionato”. 
Silenzio incomprensibile su questa vicenda anche da parte dell’Ente
Parco delle Coline, presieduto dall’architetto Agostino Di Lorenzo,
che a dire il vero dovrebbe essere il primo Soggetto a doversi sentire
defraudato da questa scoperta. “Ma noi –proseguono i rappresentanti
dei Comitati- siamo abituati all’assenza in questa battaglia del Parco
e del suo presidente perché loro non sono mai stati veramente contro
questa discarica”. 
Eppure era stato lo stesso Guido Bertolaso, proprio in occasione dello
“Jatevenne Day”, con un intervento sulle colonne napoletane di Repubblica
a confermare che la cava di Chiaiano, dopo i carotaggi ed i controlli
dell’Arpac, era il luogo giusto dove stipare i rifiuti. A questo punto
più di qualche dubbio sorge sull’eventuale regolarità dei risultati
diffusi e non sarebbe la prima volta che questo accade in Campania. 
Le strade di Napoli in queste settimane sono tappezzate di manifesti
pubblicitari che annunciano l’inizio della raccolta differenziata,
“ci facciamo in quattro” lo slogan che ha raggiunto anche il quartiere
di Chiaiano. Ma proprio nei giorni in cui è entrato in vigore il decreto
legge che prevede l’arresto per coloro che abbandonano in strada rifiuti
ingombranti o pericolosi, le cronache evidenziano i primi sei arresti
proprio nella città Capoluogo, nel rione di Chiaiano sono stati ritirati
i vecchi bidoni utilizzati per la raccolta di rifiuti mentre  nella zona
adiacente l’area della discarica alla popolazione non sono stati consegnati,
così come annunciato, i sacchetti ed i nuovi bidoni con i quali dar
luogo alla raccolta differenziata. I rifiuti, indifferenziati, giacciono
per le strade diventando oggetto di conquista per animali randagi o
ronde di ratti. Sarebbe opportuno arrestare anche questi cittadini non
rispettosi delle leggi.

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